COMUNICAZIONE DI MARKETING

  Intelligenza artificiale senza rischi? Ecco il capitale protetto 106% con leva 2X sull’indice AI

Finalmente un bel certificato a capitale protetto su intelligenza artificiale (AI). Un connubio perfetto che permette all’investitore di beneficiare dei futuri sviluppi di questo megatrend e, allo stesso tempo, di avere la sicurezza di spalle ben coperte. Anzi, in questo caso, potremmo dire più che coperte.

E sì, per due ragioni. Innanzitutto, l’emittente del certificato ISIN XS2601260248 è BNP Paribas che sfoggia un rating tra i migliori tra gli emittenti (S&P's A+ / Moody's Aa3 / Fitch AA-). Sappiamo bene infatti che i certificati sono sottoposti al rischio emittente. Quindi comprare un capitale protetto di un gruppo bancario ad alto standing ha sicuramente senso. Ma non basta perché se analizziamo il prodotto, capiamo ancora meglio perché con questo certificato l’investitore è ben protetto. Infatti, l’equity protection investe sull’indice BNP Paribas 5% Volatility Control su MSCI AI Index, con la durata di 4 anni, e vanta una protezione al 106%. Questo significa che a scadenza, male che andrà, il certificato pagherà 106 euro a pezzo. L’investimento si chiuderà con un rendimento certo minimo annuo del 1,5%. A nostro avviso un ottimo strumento da inserire in portafoglio per abbassare la volatilità ed agganciarsi al tema d’investimento dell’intelligenza artificiale. Ma non è finita qui perché il prodotto vanta una leva 2X a scadenza sulla performance dell’indice. Non dispiace poi il lieve sconto sul prezzo.

Curiosi di approfondire? Alloro andiamo come sempre per gradi: prima analizziamo il tema d’investimento e poi ci spostiamo sul prodotto dell’emittente francese.  

Intelligenza artificiale: un megatrend dalle prospettive rosee

ll boom dell'AI ha avuto luogo negli ultimi cinque anni ed ha reso questa tecnologia una presenza costante nella nostra vita quotidiana e nella società. Dai semplici compiti domestici o lavorativi a sofisticati algoritmi, la continua adozione dell'AI nel mondo sia dei privati che delle corporate ha dimostrato di produrre notevoli risultati positivi e di essere quindi più di una tendenza passeggera. Ci troviamo di fronte ad uno dei trend trainanti più interessanti all’interno del vasto mondo della hi-tech.

Uno dei rapporti più autorevoli sulle prospettive di crescita dell’AI viene da McKinsey con lo studio “The State of AI in 2023". Il rapporto prevede che il mercato globale dell'AI raggiungerà i 15,7 triliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 17,5%. Il rapporto identifica una serie di fattori che guidano la crescita dell'AI, tra cui: l'aumento della potenza di calcolo e della disponibilità dei dati; l'aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo in AI e la crescente consapevolezza dei potenziali benefici dell'AI da parte delle aziende e dei governi. Molteplici infatti sono le applicazioni dell’AI, a titolo meramente esemplificativo: l’utilizzo nella sanità per sviluppare nuove terapie, diagnosticare malattie e fornire cure personalizzate; nella finanza, la potenza di calcolo viene usata per analizzare dati, identificare rischi e prendere decisioni di investimento; nella logistica l’AI viene utilizzata per ottimizzare le catene di fornitura e ridurre i costi, mentre nella produzione viene utilizzata per automatizzare le attività di produzione, migliorare la qualità e ridurre i rifiuti; infine nel marketing potrà essere utilizzata per personalizzare le campagne di marketing e aumentare le conversioni.

Non solo McKinsey, secondo le evidenze emerse nel corso dell’evento di Bain & Company Italia “How generative AI is changing the game” gli investimenti globali in advanced analytics, AI e machine learning toccheranno complessivamente quota 100-120 miliardi di dollari entro il 2026, con un Cagr al 16-18%. In particolare, le due aree che saranno più rilevanti nei prossimi tre anni sono quelle relative a data engineering e intelligenza artificiale, che avranno un peso rispettivamente del 35% e del 31% sugli investimenti totali.

E del resto, dopo il lancio di ChatGpt, le aziende stanno facendo a gara a chi sviluppa il prodotto più “intelligente”. Microsoft per arginare il grande successo dei chip Nvidia sta sviluppando in fretta e furia il suo chip AI, nome in codice Athena che potenzierà ChatGpt. Il tutto mentre altre grandi società tecnologiche come Google e Amazon sviluppano da sole i loro chip per l’intelligenza artificiale. Non poteva mancare Musk che ha invece dichiarato che intende creare un’alternativa a ChatGpt che chiamerà “TruthGpt”. L’idea, ha detto Musk, è che un’AI che vuole capire l’umanità è meno probabile che la distrugga.

Ed effettivamente forse il rischio più grande per questa tecnologia viene proprio dalle preoccupazioni sull’uso sbagliato che se ne può fare, o dalla possibilità che questa cominci ad operare da sola e senza la guida umana.

Intelligenza artificiale: talmente potente da esser temuta

Era maggio di quest’anno quando centinaia di personalità di spicco ed esperti di AI hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che evidenzia la minaccia esistenziale che questa tecnologia rappresenta per l'umanità. E ci sono andati giù pesante, si legge: "Mitigare il rischio di estinzione causato dall'AI dovrebbe essere una priorità globale, insieme ad altri rischi di portata sociale come le pandemie e la guerra nucleare". Questa singola frase che invoca una potenziale minaccia per l’uomo è stata firmata da centinaia di amministratori delegati e scienziati di aziende come OpenAI, DeepMind di Google, Anthropic e Microsoft. A spingere tutti questi esperti a parlare è stata la promessa, ma anche il rischio, dell'AI generativa, un tipo di tecnologia in grado di elaborare e generare grandi quantità di dati. Insomma, gli stessi creatori si rendono conto che la questione va ben normata, perché se è vero che i benefici sono enormi, non mancano i rischi.

E su questo tutti i governi mondiali stanno già lavorando. In un bell’articolo il Financial Times analizza questi diversi tentativi (The global race to set the rules for AI). Un compito per niente invidiabile perché da una parte bisogna garantire i cittadini dai pericoli potenziali di questa tecnologia (creare e diffondere disinformazione con l'avvicinarsi delle elezioni democratiche, violazione della privacy, la capacità di sostituire o trasformare i posti di lavoro, soprattutto nelle industrie creative, e il rischio, meno immediato, che diventi più intelligente dell'uomo e lo sostituisca in tanti contesti), dall’altra non si può restare indietro nella corsa allo sviluppo dell’AI che sta già rivoluzionando tantissimi settori e che in Borsa premia quelle società che l’hanno abbracciata a tutto tondo. È una corsa contro il tempo da parte di tutte le principali potenze. Lo sa bene la Cina che si gioca sulla tecnologia il primato di potenza economica con gli USA. Il Paese del Dragone sta cercando di bilanciare il controllo delle informazioni condivise dai modelli generativi (questione spinosa per un regime) e la competizione tecnologica con gli Stati Uniti. In generale, ogni Paese è partito per la tangente e questo non va bene perché l’unico modo per gestire i rischi correttamente è andare verso l’uniformità di regole. A maggio, i leader dei Paesi del G7 hanno incaricato un gruppo di lavoro, denominato Hiroshima AI Process, di armonizzare i regimi normativi. L'obiettivo è garantire l'interoperabilità della legislazione tra i Paesi membri. Il Regno Unito, invece, ospiterà a novembre un vertice globale sull'AI per discutere di come il coordinamento internazionale delle normative possa ridurre i rischi.

Ne deriva che uno dei rischi principali per le società del settore viene proprio dai processi di regolazione di questa tecnologia, con potenziali ripercussioni ovviamente anche in Borsa.

Detto questo però il trend è già ben delineato e il giro d’affari per il settore cresce a vista d’occhio. Insomma, non si può non avere in portafoglio questo tema d’investimento. Da capire, in base alla propria propensione al rischio, lo strumento più indicato.

In conclusione, un mercato enorme in continuo sviluppo e che non può essere trascurato ma che potrà vedere anche molta volatilità in futuro, in primis poiché le società del settore sono hi-tech, spesso anche start-up. Quindi sono intrinsecamente molto volatili. Poi appunto perché i regolatori potrebbero, prima di trovare la giusta formula per mettere le briglie all’AI, eccedere nella regolamentazione rallentandone lo sviluppo. Ecco perché reputiamo il prodotto di BNP a capitale protetto una chicca da considera con molta attenzione.

Investire su AI con protezione più che totale e leva 2X sulla performance

Il certificato è un equity protection con ISIN XS2601260248 che investe sull’indice BNP Paribas 5% Volatility Control on MSCI AI (excess return). Analizzeremo dopo l’indice. Vediamo prima le caratteristiche del prodotto. In realtà è molto semplice. Il certificato è un capitale protetto a partecipazione. A scadenza, settembre 2027 (4 anni) sono due le possibilità. Se l’indice è al di sotto del livello strike 139,2689 punti, il certificato rimborsa 106 euro, grazie appunto alla protezione 106%. Se invece l’indice chiuderà al di sopra dello strike, si attiva l’effetto leva 2X. Questo significa che se per esempio l’indice avrà segnato un +20%, il certificato rimborserà 140 euro, per una performance effettiva del 40%. Non è prevista nessuna possibilità di richiamo anticipato ne di autocall. Importante, il prodotto è Quanto. Quindi non vi è alcun rischio cambio e tutto viene espresso in euro. Molto semplice.

Il prodotto prevede anche il meccanismo di controllo della volatilità al 5%. Questo significa che la volatilità annua massima viene mantenuta al 5%, se questa dovesse essere superata il prodotto sposta in cash la parte di portafoglio necessaria per mantenere appunto il target di volatilità.

L’indice BNP Paribas 5% Volatility Control on MSCI AI

Il BNP Paribas 5% Volatility Control on MSCI AI Index applica un meccanismo di controllo della volatilità del 5% all'MSCI USA IMI Robotics & AI Select NTR, che mira a rappresentare la performance di un insieme di società associate all'adozione dell'Intelligenza Artificiale e delle tecnologie ad essa correlate.

Come vengono selezionati i titoli del MSCI USA IMI Robotics & AI Select NTR?

L'universo d'investimento è costituito da un agglomerato di titoli statunitensi di società con un'elevata esposizione all'intelligenza artificiale, alla robotica e all'automazione. I titoli devono avere un valore medio giornaliero di scambi negli ultimi 3 mesi superiore o uguale a 5 milioni di dollari USA. I titoli con un minimo del 25% di esposizione tematica vengono selezionati e ponderati in base alla loro rilevanza e capitalizzazione di mercato, senza eccedere mail il 5% ciascuno. L’indice è quindi ben diversificato.

Sotto il processo riassunto con anche l’elenco dei top 20 titoli che compongono l’indice aggiornato a luglio 2023.

Il risultato è un indice efficiente che negli ultimi anni (back test) è sempre andato a segnare nuovi massimi per una performance annualizzata del 5% scarso a cui però va aggiunta la leva 2X del certificato. Il certificato rende dunque più performance l’indice oltre ad aggiungere la protezione totale del capitale al 106%. Quindi la performance annua degli ultimi anni è circa del 10%. Notevole per un prodotto a capitale protetto.

Importante, ricordiamo sempre che questi prodotti sono composti da uno zero coupon, più la call che replica l’andamento del sottostante a leva. Di conseguenza durante la vita del prodotto il peso dello zero coupon è notevole, soprattutto nei primi anni. Quindi il prezzo del certificato si muove molto in funzione dei tassi, salvo restando che a scadenza verrà restituita esattamente la performance dell’indice moltiplicata, come abbiamo detto, per la leva 2X.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 2 su una scala da 1 a 7. L’investimento in questa tipologia di Certificate espone il risparmiatore al rischio default dell’emittente. Tutti i rendimenti espressi sono al lordo delle imposte.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

Per maggiori informazioni, leggere attentamente la pagina relativa alle avvertenze. Clicca qui.

COMUNICAZIONE DI MARKETING