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Il capitale protetto a tre anni non teme la volatilità ed è green

Comunicazione di marketing

Da metà marzo a metà aprile Wall Street ha regalato performance luccicanti, con l’S&P500 salito in un mese del 5% e il Nasdaq del 4%. Eppure, proprio mentre i due indici principali del mercato azionario americano sono tornati vicino ai massimi del 2023, gli investitori invece di festeggiare si preparano a una nuova caduta del mercato. Martedì 18 aprile Bank of America ha diffuso il suo sondaggio mensile sul sentiment dei gestori Usa, che risulta il più pessimista dall’inizio dell’anno.

Guardando all’economia Usa, le aspettative di crescita si sono deteriorate dopo una serie di dati economici non brillanti. Il 63% dei gestori prevede un indebolimento dell'economia nei prossimi 12 mesi: è la visione più pessimistica da dicembre 2022. La crisi delle banche esplosa a marzo apparentemente oggi è sopita, ma gli esperti si aspettano un’onda lunga di conseguenze negative, con famiglie e imprese messe in difficoltà dalla stretta creditizia.

Il sentiment dei gestori Usa: mai così pessimista nel 2023

 

Un segnale importante di quanto sono diffuse le aspettative negative sull’economia globale lo si è avuto martedì 18 aprile, quando il prezzo del petrolio non è salito dopo il dato sull’economia della Cina, che ha mostrato un’accelerazione superiore alle attese. Nel primo trimestre il Pil cinese è salito del 4,5% sullo stesso periodo del 2022. La previsione media degli economisti (consensus) indicava una crescita del 4%. Da notare che nel trimestre precedente la crescita era stata del 2,9%.

Se le quotazioni del greggio non salgono di fronte a una così violenta accelerazione del Paese secondo consumatore al mondo di idrocarburi, è perché la sensazione diffusa è che l’economia mondiale stia ballando sull’orlo di un’imminente frenata, che molto facilmente diventerà recessione.

Come al solito l’epicentro è negli Usa. A Wall Street l’orientamento pessimista si traduce nel record di posizioni ribassiste da parte degli hedge fund, salite al livello massimo dal 2011, come rileva Cftc nel suo report settimanale che fotografa l’ammontare delle posizioni speculative degli investitori che operano in derivati.

Inflazione e tassi di interesse, i timori dei mercati

Gli investitori hanno vari motivi per guardare al futuro con una certa apprensione. Sia per quanto riguarda l’inflazione, sia per quanto riguarda l’economia. Sul primo fronte è vero che nei giorni scorsi è arrivato un dato positivo dagli Usa: a marzo il costo della vita è rallentato al livello minimo da maggio 2021 (+5% su base annua, leggermente meno del 5,1% atteso dagli analisti). Ma è anche vero che l’inflazione “core”, quella depurata da energia e generi alimentari, resta alta: +5,6%, in linea con le attese, dopo il +5,5% di febbraio.

Ancora una volta i riflettori puntano sulla Fed e le sue prossime mosse. Il calo dell’inflazione c’è, ma non è soddisfacente e non basta per fare immaginare un rallentamento della stretta monetaria da parte della banca centrale americana, tanto è vero che il mercato continua a scommettere su un altro rialzo da 25 punti base a maggio.

Questo rafforza i timori sull’economia: la crisi bancaria negli Usa è ancora irrisolta, il mercato immobiliare soffre, il credit crunch è ormai una realtà negli Stati Uniti e i continui rialzi dei tassi rischiano di peggiorare la situazione. La stessa Fed, nei verbali dell’ultima riunione, ha previsto una “lieve recessione” in arrivo a fine 2023. Infine, segnaliamo che pochi giorni fa Gita Gopinath, vicedirettrice del Fmi, ha dichiarato che un atterraggio brusco dell’economia Usa è “nel campo delle possibilità”.

Il certificate JE00BGBBND79 di Goldman Sachs offre protezione totale

Se questo è il quadro, non c’è da stupirsi del sentiment negativo degli investitori americani, ma non è detto che il peggio debba per forza avvenire. La storia delle Borse è fatta di infiniti errori collettivi, di clamorose previsioni sbagliate e di rapidissimi cambiamenti di opinione da parte degli operatori.

In un mercato così c’è da aspettarsi un aumento della volatilità e di conseguenza sale il bisogno di protezione da parte degli investitori. Protezione al 100% è esattamente il concetto che definisce un nuovo e interessante certificate lanciato recentemente da Goldman Sachs con codice ISIN JE00BGBBND79. Con questo prodotto non esiste il rischio di subire una perdita, per cui è lo strumento migliore per cavalcare mercati a rischio di ribasso. Ma al tempo stesso offre la possibilità di realizzare buoni guadagni se i mercati si muovono al rialzo.

Il certificate ha come unico sottostante l’indice MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select, un indice che rappresenta un ampio paniere di azioni e obbligazioni scelte fra le società che a livello globale si caratterizzano per la coerenza con gli impegni per la salvaguardia del clima.

Performance moltiplicata dalla leva al 150%

Il certificate JE00BGBBND79 ha durata tre anni, un periodo tutto sommato breve in cui il sottoscrittore non percepisce rendimento. A scadenza, il certificate viene rimborsato tenendo conto della performance dell’indice: se positiva, la performance viene moltiplicata con una leva pari al 150% senza limiti al rialzo.

Se negativa, scatta la protezione al 100% e l’investitore è rimborsato con il 100% del valore nominale del certificate, pari a 1.000 euro.

L’effetto leva funziona così: si calcola la performance dell’indice fra il fixing iniziale di 1.371,0862 punti (livello del 14 marzo 2023) e il livello che segnerà alla scadenza, il 16 marzo 2026; a quel punto si moltiplica la performance per 1,5 volte. Quindi, se il sottostante avrà realizzato una performance del 30%, si calcolerà per il certificate una performance del 45% e il prodotto verrà rimborsato a 1.450 euro. Con una performance dell’indice del 40% il rimborso avverrà a 1.600 euro.

Ricco bonus garantito in caso di rimborso anticipato

Il certificate non prevede limiti alla possibilità di guadagni (cap), ma l’emittente si è riservato la possibilità di rimborsare anticipatamente il prodotto in qualsiasi momento a sua discrezione a partire dal settembre 2023, cioè dopo sei mesi dal lancio del certificate. Nel caso di rimborso anticipato l’investitore riceverà i 1.000 euro del valore nominale del certificate, più un bonus di 15 euro per ogni mese trascorso dalla data di emissione. Si tratta di un rendimento garantito del 18% all’anno.

Se il certificate venisse richiamato già il prossimo settembre, il bonus sarebbe di 90 euro (9%).  Con richiamo nel settembre 2024 arriverebbe a 270 euro.

L’indice MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select

L’MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select è un indice che investe in un portafoglio diversificato globale multi asset, composto da azioni e obbligazioni corporate. Vengono inseriti nel portafoglio solo società che rispettano i parametri ESG per ridurre al massimo l’impatto ambientale. Sono tantissimi gli studi che spiegano come questi settori siano particolarmente attraenti per gli investitori, non solo per i benefici che apportano al Pianeta, ma anche per il rendimento che riescono a offrire.

Il portafoglio di titoli inseriti all’interno del MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select è composto al 50% da obbligazioni e al 50% da azioni di società meno esposte al rischio climatico e in grado di beneficiare dei prodotti e servizi a basse emissioni di carbonio forniti alla clientela.

L’indice è stato lanciato recentemente e il backtest rischio-rendimento fatto da MSCI World riporta risultati interessanti per un indice multi asset. Grazie al controllo di volatilità, ad esempio, nel 2022 segnato dal pesante ribasso su tutti i mercati, l’indice avrebbe perso solo il 5%. Sul lungo periodo (dal 2014) il rendimento sarebbe stato del 4% annuo. Grazie all’effetto leva del certificato (1,5 x) il rendimento per l’investitore sarebbe stato del 6% annuo.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 2 su una scala da 1 a 7.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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