Il boom delle banche non si sgonfia, ecco il certificate per cavalcarlo

Negli ultimi 12 mesi l’indice Ftse Italia Banche ha realizzato la migliore performance fra gli indici di settore della Borsa italiana, mettendo a segno un rialzo del 51% che ha surclassato il guadagno del 18% del Ftse Mib. Grande protagonista di questa impennata è l’azione Unicredit, che dal maggio 2022 a oggi è più che raddoppiata con un progresso del 125%. Ma anche Intesa Sanpaolo e Banco BPM hanno dato belle soddisfazioni agli azionisti con rialzi rispettivamente del 32% e del 43%.
Su queste banche, che sono le prime tre banche italiane per asset e per capitalizzazione, è costruita la scommessa del certificate CH1251797655 di Leonteq, una scommessa che offre ai sottoscrittori un rendimento potenziale annuo dell’11% per tre anni. Per chiudere con successo l’investimento non è necessario che le azioni delle tre banche salgano ancora, e nemmeno è richiesto che nel marzo 2026, alla scadenza, le quotazioni siano non inferiori a quelle attuali. La struttura del prodotto si basa su una condizione molto meno impegnativa: perché gli investitori incassino tutte le cedole e vengano rimborsati con tutto il capitale, basterà che fra tre anni le quotazioni di Unicredit, Intesa e Banco BPM non si siano dimezzate rispetto ai valori attuali. Qualsiasi ribasso meno grave di una caduta del 50% garantirà il successo dell’investimento.
Ovviamente un prodotto del genere non è passato inosservato. Lanciato sul mercato lo scorso 16 marzo è stato ampiamente sottoscritto e oggi per acquistare sul mercato il certificate CH1251797655 bisogna pagare un po’ più dei 1.000 euro del valore nominale (il prezzo di chiusura di martedì 9 maggio è 1.002,9 euro).
Il rendimento dell’11% è dato da un flusso di 36 cedole mensili (le prime due già pagate) da 9,17 euro l’una. Le cedole, dotate di effetto memoria, sono condizionate da una barriera al 50% che vale anche per il rimborso del capitale alla scadenza. Quindi, se a una qualsiasi data prevista per l’osservazione dei sottostanti una delle tre azioni risultasse sotto la barriera, il premio non verrà pagato, ma grazie all’effetto memoria non sarà perso. L’investitore lo incasserà alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti saranno tornati a quotare al di sopra della barriera.
Possibile rimborso anticipato soft
A partire da dicembre 2023, il certificate potrà essere rimborsato anticipatamente in una qualsiasi delle date di osservazione a totale discrezione dell’emittente. Leonteq avrà la facoltà, ma non l'obbligo, di procedere al rimborso anticipato indipendentemente dalle quotazioni dei sottostanti.
In caso di rimborso anticipato, l’investitore riceverà il 100% del valore nominale (1.000 euro), l’ultima cedola e tutte le cedole eventualmente non pagate e accantonate per l’effetto memoria.
Due ipotesi alla scadenza
Se il prodotto non viene rimborsato in anticipo, la data cruciale del certificate diventa la scadenza finale del 9 marzo 2026:
- Se quel giorno tutte e tre le azioni quoteranno sopra la barriera l’investitore riceverà l’ultima cedola, le cedole eventualmente accantonate per l’effetto memoria, e il certificate verrà rimborsato al 100% del valore nominale (1.000 euro).
- Se invece anche solo uno dei sottostanti accuserà un ribasso di oltre il 50% rispetto al fixing iniziale, l’ultima cedola non sarà pagata, non saranno pagate le cedole eventualmente accantonate, e l’investitore subirà una perdita sul capitale investito, dato che il certificate sarà rimborsato a un valore proporzionale alla performance della peggiore delle azioni. Facciamo un esempio: se il sottostante peggiore dovesse essere UniCredit con una perdita dal fixing del 60%, il certificate verrà rimborsato al 40% del valore nominale, cioè a 400 euro. Con una perdita del 70%, il rimborso avverrebbe a 300 euro (30% del valore nominale).
I numeri fondamentali del Certificate Leonteq CH1251797655
Nella tabella qui sotto riportiamo i valori fondamentali del certificate ISIN CH1251797655 di Leonteq. La data del fixing è il 9 marzo 2023.
Sottostanti |
Prezzo attuale |
Fixing (Valore iniziale) |
Barriera |
Distanza dalla barriera |
Banco BPM |
4,048 |
4,14 |
2,07 |
48,8% |
Intesa |
2,4565 |
2,5215 |
1,2658 |
48,4% |
Unicredit |
19,062 |
19,22 |
9,61 |
49,5% |
Rendimento interessante e rischio contenuto
Oggi, con la previsione di tassi stabili o in calo a partire dal secondo semestre, un rendimento potenziale annuo dell’11% costituisce un’attrattiva molto interessante. A chi lo compra oggi, il certificate ISIN CH1251797655 offre la possibilità di incassare nei prossimi due anni e 10 mesi 312 euro su un investimento di 1.003 euro.
Il certificate ha un rischio chiaramente superiore a un titolo di Stato, per cui il confronto è da prendere con le pinze, ma vale la pena segnalare che oggi il Btp con scadenza marzo 2026 paga un rendimento facciale del 4,5% e lo si compra a 103. Un altro Btp con scadenza ad aprile 2026 non paga cedole e lo si compra a 90,83, quindi offre attualmente un rendimento del 9,2% in tre anni, cioè poco più del 3% all’anno.
Per chi è intenzionato oggi a comprare il certificate di Leonteq, il rischio è che nei prossimi tre anni si verifichi qualche shock in grado di affossare tutto il settore bancario, oppure che venga alla luce qualche grave magagna nei conti di uno dei sottostanti.
Il giudizio degli analisti
Va detto, però, che su tutte e tre le banche gli analisti hanno giudizi molto netti ed estremamente positivi.
- Su 24 esperti che coprono UniCredit, 21 raccomandano di comprare l’azione e il target price medio è 24 euro, più alto del 30% rispetto alla quotazione attuale.
- Intesa Sanpaolo è seguita da 23 analisti e 20 di loro consigliano di comprare con un target price medio di 3,1 euro (+26% sulla quotazione attuale).
- Il target price medio dei 14 analisti che coprono Banco BPM è 5,3 euro (upside del 42%). In 12 esprimono una raccomandazione di acquisto.
Nei giorni scorsi tutte e tre le banche hanno presentato conti del primo trimestre migliori delle attese del mercato e hanno alzato le stime sui risultati dell’intero anno. In buona parte è dovuto agli effetti positivi del rialzo dei tassi sui bilanci delle banche, che vedono allargarsi i margini di interesse.
Filippo Diodovich, Senior market strategist di IG Italia, è convinto che il momento felice delle banche italiane continuerà, anche se è lecito aspettarsi che dopo un tale rally le quotazioni potrebbero soffrire per le vendite di chi vuole realizzare parte dei guadagni. “I rialzi dei tassi di interesse da parte della Bce contribuiranno alla crescita dei ricavi e in particolare del margine di interesse”, ha detto Diodovich in una recente intervista a We Wealth. Le sue banche favorite sono per l’appunto Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco BPM. Non solo perché hanno piani per restituire ingenti capitali agli azionisti, fra dividendi e buy-back, ma anche per l'impegno profuso nel risanamento dei bilanci, per i brillanti coefficienti patrimoniali e per gli ambiziosi obiettivi dei piani strategici.
"Un altro elemento che potrebbe spingere ulteriormente le quotazioni dei titoli bancari è una nuova ondata di matrimoni nel settore, un consolidamento necessario per aumentare ulteriormente la redditività. Non tanto Intesa Sanpaolo, ma crediamo che Unicredit e Banco Bpm possano essere coinvolti in importanti operazioni straordinarie", dice lo strategist di IG Italia.
Per quanto riguarda l'outlook, l'indicatore dell'andamento futuro del margine di interesse delle banche, la curva dei tassi Euribor (3 mesi) a termine "rimane su livelli interessanti e tali da non creare eccessive pressioni sul costo del rischio. Resta il problema di capire quali rischi corrono le banche se dovesse concretizzarsi lo scenario di un forte rallentamento dell’economia o addirittura di recessione.
Se il rallentamento dovesse colpire anche i debitori delle banche, i bilanci sembrano meglio attrezzati per far fronte a un eventuale aumento delle sofferenze. Dice un analista: "Le banche hanno ora cuscinetti di capitale più ampi (in media 500 punti base in più rispetto ai requisiti Srep), e hanno migliorato la qualità degli asset e, in alcuni casi, hanno accantonamenti extra e una parte dei prestiti coperti dalle garanzie governative istituite durante la pandemia".
L’opinione di Fitch sulle banche
Anche secondo Fitch le cinque maggiori banche italiane sono saldamente posizionate per resistere agli effetti del rallentamento economico. In un recente rapporto sull’Italia l’agenzia di rating afferma che le grandi banche registrano i rapporti di crediti deteriorati più bassi in oltre un decennio, coefficienti patrimoniali al di sopra o in linea con i loro obiettivi di medio termine, una redditività operativa più forte e diversificata rispetto ai livelli pre-pandemia e depositi stabili della clientela che forniscono la maggior parte del finanziamento totale. Questi elementi fondamentali offrono un margine di manovra per assorbire il previsto indebolimento della crescita economica, l'inflazione storicamente elevata e l'aumento dei tassi di interesse.
UNICREDIT
Unicredit ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 2,1 miliardi, a fronte dei 274 milioni dello stesso periodo del 2022 e decisamente superiore agli 1,3 miliardi previsti dal consensus degli analisti. I ricavi sono aumentati del 18,3% annuo a 5,9 miliardi, con interessi netti a 3,3 miliardi (+43,6%) e commissioni a 2 miliardi (-2%).
La banca ha alzato la guidance sul 2023, prevedendo un utile netto di oltre 6,5 miliardi, contro il risultato in linea con il 2022 (5,2 miliardi) stimato in precedenza. Il target di distribuzione agli azionisti sale a “maggiore o uguale a 5,75 miliardi” dai precedenti 5,25 miliardi. Il target di ricavi è stato aumentato a oltre 20,3 miliardi da “oltre 18,5 miliardi”.
INTESA SANPAOLO
Intesa Sanpaolo ha battuto le stime degli analisti e ha chiuso il primo trimestre con un utile netto a circa 2 miliardi di euro (1,96 miliardi), in forte crescita rispetto a 1,04 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso e 1,08 miliardi del quarto trimestre del 2022. Il risultato è trainato dagli interessi netti.
Per il 2023 la banca prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (interessi netti nel 2023 attesi a oltre 13 miliardi di euro), con una conseguente crescita dell’utile netto a circa 7 miliardi di euro. Il gruppo vede una prospettiva di chiaro e forte rialzo per l’obiettivo di 6,5 miliardi di euro di utile netto nel 2025 derivante dall’aumento dei tassi di interesse.
BANCO BPM
Banco BPM ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 265 milioni, in rialzo del 49,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e al di sopra dei 230 milioni previsti dal consensus di mercato. L'istituto prevede la distribuzione di dividendi per 1,25 miliardi nei prossimi due anni, “il doppio rispetto al biennio 2021-2022”. Sulla scorta dei risultati, Banco Bpm ha alzato il target di utile 2023 a 1,1 miliardi, pari a un utile per azione di 0,75 euro rispetto alla guidance precedente di 0,6 euro. Nel 2024, poi, si prevede che l'utile salga ancora a 1,4 miliardi, raddoppiato rispetto al 2022, con un utile per azione di 0,9 euro. Il trend di crescita, sottolinea l'istituto, supera significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel Piano Strategico, che sarà quindi aggiornato entro fine 2023.
Disclaimer:
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