COMUNICAZIONE DI MARKETING

Enel, Veolia e RWE: il certificate su utility ad alta resa (10%) e barriere profonde

Comunicazione di marketing

Le utility, società di servizi pubblici, forniscono servizi alle famiglie e alle imprese distribuendo elettricità, gas naturale e acqua. In generale, i titoli delle utility sono considerati investimenti azionari “sicuri”, perché la domanda di servizi di pubblica utilità è stabile e risente poco delle oscillazioni del ciclo economico. L’affermazione comune è che chi investe nelle utility può ottenere una rivalutazione lenta ma costante del capitale e un consistente rendimento da dividendi.

Questo modo di vedere l’investimento nelle utility va leggermente corretto, perché oggi il settore offre nuove opportunità e anche maggiori rischi. Infatti, si sono aggiunti altri fondamentali motivi per investire nelle utility, ovvero il valore che si viene a creare con la transizione energetica verso l’elettricità da fonti pulite e rinnovabili. Secondo Bloomberg, il percorso dell'Europa verso l'energia pulita (zero netto) nel 2050 rappresenta un'opportunità di investimento di 5,3 miliardi di dollari.

Previsto nel 2050 il raddoppio della domanda di energia in Europa

Peter Garnry, Head of Equity Strategy della banca danese Saxo, è convinto che in Europa si arriverà nel 2050 al raddoppio della domanda di energia elettrica rispetto ai livelli attuali: basta considerare – dice - i tassi di adozione attuali dei veicoli elettrici e delle pompe di calore. Il consumo medio di elettricità delle famiglie in Europa è di circa 3,7 MWh. Si stima che una pompa di calore consumi 4 MWh di elettricità all'anno e il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti stima che un veicolo elettrico richieda 3,8 MWh all'anno di produzione di energia.

Escludendo qualsiasi miglioramento in termini di efficienza, una famiglia della Ue che sostituisce il riscaldamento a gas con una pompa di calore e un'auto a benzina con un veicolo elettrico aumenterà il consumo di elettricità di quasi il 200%. Molte famiglie possiedono due autovetture che nel tempo diventeranno veicoli elettrici, il che rappresenta un ulteriore aumento. “La produzione di energia elettrica entrerà senza dubbio nella sua seconda era di boom, dopo i ruggenti Anni ’20 del secolo scorso”, ha scritto Garnry in un recente report.

Secondo le previsioni di Bloomberg, sarà il vento a fornire buona parte della maggiore energia elettrica di cui avremo bisogno. L'eolico diventerà il principale fornitore di energia primaria, con l'eolico offshore che assume il ruolo di componente principale, spinto dagli sviluppi delle tecnologie delle batterie e dell'elettrolisi dell'idrogeno.

Europa, lo scenario net zero punta sul vento

Nello scenario principale, il fabbisogno di combustibili fossili diminuirà del 28% grazie alla forte riduzione dell’utilizzo del carbone come fonte energetica. La domanda di petrolio potrebbe diminuire del 30% grazie all'adozione di veicoli elettrici. La domanda di gas naturale diminuirà solo del 5%, in quanto questa fonte energetica resta fondamentale per avere una quantità minima e certa di energia elettrica.

Uno scenario non privo di rischi

Ovviamente, non tutti sono d’accordo. Nel documento "Transformation of Europe's power system until 2050", la società di consulenza McKinsey prevede che l'aumento della domanda di energia fino al 2050 sarà solo del 40%, poiché ipotizza un miglioramento dell'efficienza energetica del 2% annuo. McKinsey vede un ruolo leggermente maggiore per il nucleare, ma è comunque d’accordo che saranno le energie rinnovabili a guidare la transizione.

Se questo quadro rende ancora più attraente l’investimento in titoli delle utility, soprattutto di quelle protagoniste della transizione energetica, non vanno dimenticati i rischi tipici del settore, che potrebbe soffrire in un quadro di prolungato rallentamento economico, oppure per scelte politiche dei regolatori. Inoltre, le utility si caratterizzano tutte per una struttura finanziaria con un forte indebitamento, che le espone in maniera particolare al rialzo dei tassi, che non sembra destinato a fermarsi tanto presto.

Il certificate IT0006756313 offre un rendimento molto alto e forte protezione

Ecco perché ci sembra molto interessante la proposta di investimento del nuovo certificate IT0006756313 di Marex, che ha come sottostanti tre delle principali utility europee: Enel, Veolia e Rwe. Il certificate ha durata tre anni e offre un ottimo rendimento del 9,85% all’anno attraverso cedole mensili con memoria dello 0,821%. I premi sono condizionati dal rispetto di una barriera al 50% dei Valori iniziali.

Soprattutto, questo certificate offre una notevole protezione al capitale investito, grazie alla barriera al 50%. Infatti, alla scadenza il certificate sarà rimborsato al valore nominale di 1.000 euro anche se i sottostanti quoteranno al di sotto dei Valori iniziali. La protezione garantisce fino a un ribasso massimo del 50%.

Sul rendimento segnaliamo che il 9,85% annuo è decisamente più consistente del rendimento da dividendi dei tre sottostanti. Per Enel, la più generosa, gli analisti prevedono un dividend yield del 7,5% nel 2023 e nel 2024. Per Veolia le stime sono di un rendimento del 4,3% nel 2023 e del 5% l’anno successivo. Più striminzito il dividendo di Rwe, con uno yield del 2,3% nel 2023 e nel 2024.

Barriera al 50% per il pagamento delle cedole significa che ogni mese, alle date previste per l’osservazione, il premio verrà pagato se quel giorno nessuno dei tre sottostanti mostrerà un ribasso superiore al 50% rispetto ai Valori iniziali (Strike).

Il certificate ISIN IT0006756313 con i suoi ricchi premi mensili e l’ampia protezione al capitale investito permette di godere della crescita delle utility senza patemi d’animo in caso di peggioramento del quadro generale del settore.

Fra i vantaggi del certificate c’è anche il fatto che i premi possono essere utilizzati in compensazione delle eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale.

Tutti i numeri del certificate Marex IT0006756313

Il certificate Marex IT0006756313 è stato emesso mercoledì 19 aprile. Nella tabella qui sotto riportiamo i valori iniziali (Strike) e i livelli della barriera.

Effetto memoria e rimborso anticipato

I premi del certificate ISIN IT0006756313 godono dell’effetto memoria. Questo vuole dire che se a una certa data di osservazione uno o più sottostanti risultano sotto la barriera, il premio non viene pagato, ma non è perso. Il premio viene accantonato e sarà distribuito alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti saranno sopra la barriera.

Grazie all’effetto memoria, la scadenza fondamentale per il certificate diventa l’ultima data di osservazione del 20 aprile 2026. Se quel giorno tutti i sottostanti sono sopra la barriera, l’investitore avrà la certezza di incassare tutti i premi mensili maturati da quando ha acquistato il prodotto.

Il certificate prevede la possibilità del rimborso anticipato. A partire dal gennaio 2024 se a una data di osservazione tutti e tre i sottostanti hanno quotazioni superiori al livello trigger indicato, il certificate viene ritirato anticipatamente. L’investitore riceve un rimborso pari al valore nominale del certificate (1.000 euro), l’ultimo premio relativo a quella data di osservazione e tutti i premi eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria. L’investimento si chiude e l’investitore non avrà diritto a nessun altro premio.

Il livello trigger del 19 gennaio 2024 è stato fissato al 100% dei Valori iniziali dei tre sottostanti. A ogni scadenza successiva il livello trigger scende di un punto percentuale, fino ad arrivare al minimo del 74% alla penultima scadenza, quella del 24 marzo 2026.

Cosa succede alla scadenza finale

Alla scadenza finale del 20 aprile 2026, se il certificate non sarà stato rimborsato anticipatamente, si potranno verificare due ipotesi.

  • Tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera. Il certificate viene rimborsato a 1.000 euro (100% del Valore nominale) e l’investitore riceve l’ultimo premio e tutti i premi precedenti eventualmente non pagati e accantonati per l’effetto memoria.
  • Anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso del 50% o più rispetto al Valore iniziale, quindi è stata perforata la barriera al 50%. L’investitore non riceve nessun bonus e il certificate viene rimborsato in proporzione alla performamnce del peggiore dei due sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore sia Rwe con una discesa del 60% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato al 40% del Valore iniziale, cioè a 400 euro.

Sottostanti sotto la lente

Infine segnaliamo le opinioni degli analisti sui tre sottostanti:

Enel – È il primo produttore e distributore di elettricità in Italia e in Spagna e vanta una forte presenza nelle Americhe (21% dei ricavi). Il consensus degli analisti si attende che la società chiuda il 2023 con ricavi in calo del 25% a 106 miliardi di euro a causa della vendita di alcune attività in Sud America. Per contro, l’utile segnerà una crescita del 20% a 5,9 miliardi. Gli analisti si aspettano anche un’importante discesa del debito netto che alla fine di quest’anno dovrebbe ridursi a 53 miliardi di euro dai 62,2 miliardi di fine 2022.

Dall’inizio dell’anno il titolo è salito del 12%. Al prezzo attuale di 5,81 euro Enel capitalizza 59,1 miliardi, pari a 9,8 volte gli utili previsti per il 2023. La media dei target price degli analisti è 7,0 euro, un prezzo più alto del 21% rispetto alla quotazione attuale.

Rwe – È uno dei primi gruppi energetici della Germania e dell’Europa. La sua attività principale è il trasporto e la distribuzione di elettricità e gas (70% dei ricavi), mentre la produzione di energia rappresenta il 29,8% dei ricavi.  La ripartizione geografica del fatturato è la seguente: Germania (29,1%), Regno Unito (28,6%), Europa (28,9%), Nord America (8,4%).
L’azione Rwe è scesa del 2% dall’inizio dell’anno ed è sostanzialmente invariata rispetto a 12 mesi fa. Al prezzo attuale di 40,7 euro, la società capitalizza 30 miliardi di euro, pari a 11,6 volte gli utili previsti  per il 2023.
La media dei target price degli analisti è 51,8 euro, un obiettivo di prezzo che implica una previsione di rialzo del 26%.

Veolia – La società francese è leader mondiale nella gestione delle acque e nella raccolta e trattamento dei rifiuti. Veolia realizza il 21% dei ricavi in Francia, il 25% nel resto dell’Europa continentale, l’8,5% in Gran Bretagna, il 7,5% in Asia e il 6,3% in Nord America.

Al prezzo attuale di 29,1 euro Veolia capitalizza 20,8 miliardi di euro. La società tratta a un multiplo P/E 2023 di 14,9 volte. Dall’inizio dell’anno il titolo è salito del 17%. La media dei target price è 32 euro, un prezzo che implica un potenziale di rivalutazione (upside) del 9%.

 

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 5 su una scala da 1 a 7.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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