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  Dopo le banche centrali, ecco il certificato a capitale protetto che non teme la volatilità

Investitori e mercati focalizzati sulle banche centrali, prima FED poi BCE, che proseguono la loro politica monetaria restrittiva.

Mercoledì la banca centrale americana ha annunciato un rialzo dei tassi di interesse dello 0,25%. Il costo del denaro sale in una forchetta fra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi da 22 anni. Si tratta dell'11esimo rialzo, iniziato l’anno scorso anno per contrastare l'alta inflazione. La decisione segue quella scorsa di giugno, in cui la FED aveva deciso di lasciare i tassi invariati.

"Ripristinare la stabilità dei prezzi è essenziale per preparare il terreno per ottenere la massima occupazione e prezzi stabili nel lungo periodo. Comprendiamo che le nostre azioni influiscono sulle comunità, sulle famiglie e sulle aziende di tutto il Paese. Ma tutto ciò che facciamo è al servizio della nostra missione pubblica. Noi, alla Fed, faremo tutto il possibile per raggiungere i nostri obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi" afferma Jerome Powell, presidente della Federal Reserve.

Non sono esclusi ulteriori incrementi, ma nemmeno li indica come scontati e ribadisce che per le future decisioni terrà conto degli effetti della energica manovra di rialzo già operata. Per il momento i governatori hanno escluso l’ipotesi di una recessione entro la fine dell’anno.

A questo proposito, arriva una buona notizia sull’andamento dell'economia statunitense nel secondo trimestre dell'anno. Secondo Bureau of Economic Analysis, il PIL americano è salito del 2,4% su base trimestrale, contro una crescita dell'1,8% attesa dagli analisti e rispetto al +2% del trimestre precedente. Si è registrata una crescita dei consumi, che segnano un +1,6% dal +4,2% registrato nel trimestre precedente.

La decisione di politica monetaria della FED ha preceduto l’ulteriore aumento, dello 0.25% (deciso ieri), anche da parte della Banca Centrale europea. Il costo del denaro nell’area euro sale così al 4,25% (a 3,75% il tasso sui depositi, e al 4,5% quello sui prestiti overnight), il più alto dall’introduzione dell’euro. Per la BCE si tratta del nono rialzo dei tassi nel giro di un solo anno.

“L’inflazione continua a scendere, ma ci aspettiamo che resti ancora troppo alta per troppo tempo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi siano a livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario in modo da raggiungere il target di inflazione al 2%. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato dei tassi e la durata della restrizione monetaria” scrive la Bce nel comunicato al termine della riunione.

La decisione non ha sorpreso gli analisti, i quali ora sono divisi su quello che l’Eurotower farà nella riunione di settembre, se alzerà ancora o se interromperà, almeno momentaneamente la serie dei rialzi.

L’obiettivo è abbassare l’inflazione, ma queste strette monetaria hanno l’effetto collaterale di rallentare la crescita economica e, in prospettiva, di far salire la disoccupazione. La Bce deve comunque anteporre la stabilità dei prezzi alle condizioni del mercato del lavoro.

Dopo le riunioni, i mercati finanziari si sono scatenati. Wall Street ha chiuso in ribasso, il Dow Jones ha interrotto la serie di rialzi giornalieri più lunga dal 1987 (13), chiudendo in calo dello 0,7%, Nasdaq -0,55%. Nulla di preoccupante.

Positive invece le borse europee con l’EuroStoxx 50 +2,33%, il FtseMib di Milano +2,13%, sfonda quota 29mila e si proietta sui massimi degli ultimi quindici anni grazie alla spinta di Moncler, Stm, Amplifon, Diasorin e Stellantis.

Nonostante la debolezza delle borse americane, in generale, tutti gli indici sono tornati in prossimità dei massimi pre bear market 2022 o addirittura hanno fatto segnare nuovi massimi di periodo.

Rimaniamo tendenzialmente positivi sul mercato, ma in uno scenario di indici sui massimi delle strategie che combinano protezione del capitale e partecipazione al rialzo possono essere molto utili all’interno di un portafoglio. Con i certificati a capitale protetto l’investitore protegge il capitale in scenari di estrema volatilità, e se invece i mercati continueranno a salire, potrà comunque beneficiare di tali rialzi.

Scegliere la migliore soluzione d’investimento in fase di incertezza

In un mercato così c’è da aspettarsi un aumento della volatilità e di conseguenza sale il bisogno di protezione da parte degli investitori. I certificati a capitale protetto permettono all’investitore di partecipare alla performance del sottostante aumentando gli elementi di protezione a scadenza del capitale investito, senza però limitare la partecipazione ai rialzi del mercato.

Queste sono le caratteristiche del nuovo certificato a capitale protetto al 100% emesso da Goldman Sachs codice ISIN JE00BGBBND79 sull’indice MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select.

Il prodotto, se portato a scadenza, vanta tre punti di forza:

  • Nessuna perdita perché la protezione del capitale è al 100%;
  • Fattore di partecipazione del 1,50 sui rialzi. Ciò significa che il certificato amplifica la performance positiva dallo strike iniziale dell’indice sottostante (1371,0862 punti) con una leva del 1,50;
  • Partecipazione alla performance positiva dell’indice senza cap, quindi senza limite ai guadagni.
  • L’emittente si è riservato la possibilità di rimborsare anticipatamente il prodotto in qualsiasi momento a sua discrezione a partire dal settembre 2023, cioè dopo sei mesi dal lancio del certificate. Nel caso di rimborso anticipato l’investitore riceverà i 1.000 euro del valore nominale del certificate, più un bonus di 15 euro per ogni mese trascorso dalla data di emissione. Si tratta di un rendimento garantito del 18% all’anno.

Rimborso a scadenza

A scadenza il certificato paga un importo che dipende dal livello di chiusura dell’indice il 23 marzo 2026.

Se il livello dell’indice è superiore al 100% del livello di strike, l’investitore riceve un importo proporzionato alla performance positiva dell’indice. Ad esempio:

  • o se il livello dell’indice è pari al 110% del livello di strike, il certificato paga 100% + 1,50 × 10%, EUR 1150
  • o Se il livello dell’indice è pari al 140% del livello di strike, il certificato paga 100% + 1,50 × 40%, EUR 1600

Se il livello dell’indice è inferiore al 100% del livello di strike, l’investitore riceve il valore nominale del certificato (1.000 euro).

Acquisto a sconto

Se l’investitore acquistasse il certficato oggi lo pagherebbe 999, quindi a sconto, e potrebbe incassare un rendimento certo del 1%. Quindi, se a scadenza il prodotto avrà espresso una performance positiva il guadagno a scadenza sarà maggiore rispetto all’acquisto al valore di emissione a 1000 euro.

Può risultare vincente la strategia dell’acquisto sui ribassi dell’indice su questa tipologia di prodotto. Si può comprare oggi e poi mediare al ribasso per abbassare il prezzo medio di carico e limitare la perdita massima a scadenza del certificato.

Nel caso invece in cui il certificato venga venduto prima della scadenza, non vi è alcuna garanzia del capitale né performance a leva. Semplicemente si calcolerà la performance come prezzo del certificato a chiusura rispetto al prezzo di acquisto del certificato.

L’indice sottostante MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select

L’MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select è un indice che investe in un portafoglio diversificato globale multi asset, composto da azioni e obbligazioni corporate. Vengono inseriti nel portafoglio solo società che rispettano i parametri ESG per ridurre al massimo l’impatto ambientale. Sono tantissimi gli studi che spiegano come questi settori siano particolarmente attraenti per gli investitori, non solo per i benefici che apportano al Pianeta, ma anche per il rendimento che riescono a offrire.

Il portafoglio di titoli inseriti all’interno del MSCI Global Climate Change Multi-Asset Select è composto al 50% da obbligazioni e al 50% da azioni di società meno esposte al rischio climatico e in grado di beneficiare dei prodotti e servizi a basse emissioni di carbonio forniti alla clientela.

L’indice è stato lanciato recentemente e il backtest rischio-rendimento fatto da MSCI World riporta risultati interessanti per un indice multi asset. Grazie al controllo di volatilità, ad esempio, nel 2022 segnato dal pesante ribasso su tutti i mercati, l’indice avrebbe perso solo il 5%. Sul lungo periodo (dal 2014) il rendimento sarebbe stato del 4% annuo. Grazie all’effetto leva del certificato (1,5 x) il rendimento per l’investitore sarebbe stato del 6% annuo.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 2 su una scala da 1 a 7.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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