Maxi cedola del 15% a settembre per chi crede nei pharma
Ultimo aggiornamento alle 10:00 del 13/09/2024
- Tipologia:
- Maxi Cash Collect
- Sottostante:
- Sanofi - Eli Lilly - Moderna
- Rendimento medio annuo:
- 9,28%
Per chi è alla ricerca di cedoloni o ha la necessità di strumenti atti alla compensazione delle minusvalenze in scadenza quest’anno, in evidenza il nuovo Maxi Cash Collect di Marex ISIN IT0006765017 che punta su un basket worst of composto da tre titoli del settore farmaceutico: Sanofi, Eli Lilly & Company e Moderna. Il certificato vanta una maxi cedola iniziale incondizionata del 15,5% che sarà pagata a brevissimo, ovvero il 27 settembre 2024. Successivamente, il certificato paga premi mensili dello 0,334% (pari a poco più del 4% annuo), condizionati ad una barriera al 50%, valida anche a scadenza. Da maggio 2025 può andare in rimborso anticipato con trigger al 100% dello strike. La scadenza naturale è prevista per agosto 2027.
Il prodotto, dunque, è pensato per chi è a caccia di grosse cedole o per chi ha minusvalenze in scadenza quest’anno. La maxi cedola, infatti, è considerata reddito diverso e per tanto compensabile con minusvalenze pregresse. Come sappiamo infatti, il certificato è per ora lo strumento più efficiente da un punto di vista fiscale. I dettagli anche su questo aspetto sono nell’approfondimento.
Possibile ulteriore volatilità ma per ora scenario positivo
Ormai ci siamo abituati. Chi è un po’ più tecnico avrà notato che le correzioni sui mercati sono diventate sempre più violente. Si va a perdere anche diversi punti percentuali sugli indici in pochissime sedute e poi il mercato come niente fosse riparte. Un meccanismo che è in buona parte legato all’High-frequency trading, dunque ad algoritmi sofisticati che partono spesso insieme a vendere su determinati input, avviando storni importanti per poi magari ricominciare a comprare altrettanto velocemente. Ecco perché le fasi correttive sono sempre di più a forma di “V” e non a “W”. Ovvero sono spesso caratterizzate da un solo minimo, con successiva ripartenza verso nuovi massimi.
Quanto alla correzione estiva che abbiamo visto, ovviamente le ragioni sono state diverse. Sicuramente un humus favorevole, poiché i volumi d’estate tendono ad assottigliarsi, accentuando il trend (in questo caso ribassista). Diverse trimestrali andate male e soprattutto lo stop ai buyback da parte dei colossi tech. Cosa che influisce sulla liquidità di mercato. La ragione principale però è stata la chiusura dei carry trade in yen, ovvero i finanziamenti in yen senza copertura dal rischio cambio e utilizzati per investimenti in altre parti del mondo, prevalentemente USA (notevole fonte di finanziamento nel 2024).
Nel mese di agosto e settembre rimane aperta la possibilità di una seconda gamba di apprezzamento dello yen e chiusura dei carry trade, e dunque di volatilità sui mercati, ma dovremmo comunque trovarci all’interno di una correzione più che fisiologica di un trend rialzista ancora saldo. In particolare, nel quarto trimestre il mercato dovrebbe trovare nuova linfa grazie allo stop del QT da parte della Fed e al taglio tassi, alla spesa di buona parte dei circa 800 Mld oggi sul conto di tesoreria in chiave elettorale. Infine, le aziende USA potrebbero incrementare i buyback e dividendi, finanziandoli con emissioni corporate a tassi divenuti più convenienti. Ci sarebbe così immissione di forte liquidità, una manna per i mercati.
Un certificato che punta sul settore farmaceutico
Il certificato è interessante non solo per la maxi, comunque di importo notevole, ma perché investe su un tris di titoli che permette di diversificare rispetto ai soliti basket su blue chip italiane. Un basket comunque ragionato con due titoli su tre che sono dei colossi dagli ottimi fondamentali, Sanofi ed Eli Lilly, mentre Moderna è un titolo più volatile che ha visto comunque negli ultimi anni una certa normalizzazione delle quotazioni dopo le montagne russe del periodo covid e post covid. Analizziamoli tutti e tre.
Sanofi è una multinazionale francese del settore farmaceutico, un vero e proprio colosso da 125 mld di market cap. La società produce farmaci su prescrizione e vaccini, oltre che farmaci per malattie cardiovascolari, trombosi, farmaci oncologici e per disturbi di varia natura. Il consensus vede sia ricavi che margini che utili in crescita nei prossimi anni. Così anche per i flussi di cassa, evidenziando una società in perfetta salute. Gli utili del 2024 dovrebbero attestarsi a 7,6 miliardi, in crescita del 40% sul 2023, per poi passare a 9,3 miliardi nel 2025. Sul titolo gli analisti sono per lo più in buy, con 22 esperti che consigliano l’acquisto, 5 neutrali e solo un analista che consiglia di vendere (fonte Bloomberg). Il target price è a 109,2 euro, con un upside sui prezzi attuali del 11% circa. Le attuali quotazioni sembrano dunque valorizzare correttamente il prezzo. Graficamente il titolo prosegue lungo un trend rialzista piuttosto solido e consolidato negli anni, mentre la barriera al 50% proposta dal certificato riporterebbe le quotazioni sui livelli del 2011. Una barriera dunque ampiamente protettiva.
Eli Lilly è un colosso americano da 950 miliardi di dollari di market cap. Anche qui non si scherza per nulla. La società ricerca, sviluppa, produce e vende prodotti farmaceutici per persone e animali. I suoi prodotti sono venduti in tutto il mondo e includono prodotti per la neuroscienza, l’endocrina, diabete, antinfettivi, cardiovascolari, oncologici e sanitari per animali. Recentemente il titolo ha ricevuto forte spinta dalla scoperta che un loro medicinale per la cura del diabete permetteva anche un forte dimagrimento dei pazienti in cura. Gli adulti che infatti avevano assunto la dose settimanale più alta del farmaco avevano registrato una riduzione media del 22,9% del peso corporeo dopo 176 settimane. Come potete ben capire, questo è stato visto come un potenziale di business enorme in USA e nei paesi occidentali, dove purtroppo obesità e diabete sono un male sempre più presente. Chiaro il perché del parere nettamente positivo del consensus sul titolo con 26 buy, 5 hold e 1 solo sell. Target price a 993 usd e un rendimento potenziale del 3%. Anche in questo caso, dunque, il titolo risulta ben prezzato. Gli analisti prevedono un fatturato nel 2024 di 46 miliardi usd, in crescita del 35% sul 2023, e di 58 mld nel 2025 (+25% a/a). Trend anche più marcato per l’Ebitda che nel 2024 dovrebbe attestarsi a 18,8 mld (+150% a/a). Crescita monstré che si conferma anche sugli utili attesi in incremento del 170% nel 2024 e del 44% a/a nel 2025. Graficamente il titolo rimane sui massimi. Dopo lo storno estivo ha praticamente recuperato i top, dinamica che indica forza delle quotazioni. Il titolo resta inserito in un forte trend rialzista anche se visto la corsa forse è proprio meglio usare un certificato a barriere profonde che non entrare a questi prezzi sul titolo.
Moderna delle tre è la più piccola con 33,4 mld di usd di market cap, ed è la più volatile. Del trio è il titolo più rischioso e che al contempo aggiunge rendimento al certificato. Moderna è una società concentrata sulla ricerca e sviluppo di vaccini e terapie a RNA messaggero. Sviluppa farmaci mRNA per patologie infettive, immuno-oncologiche e cardiovascolari. Secondo diversi esperti la scienza dell’mRNA è tra le più promettenti non solo in ambito dei vaccini ma anche per il trattamento di diverse malattie oncologiche e del sistema immunitario. Sul titolo il consensus è tendenzialmente positivo, con 11 buy, 12 hold e 2 sell. Il target price è a 131,7 usd, con un upside del 52%. Come tante società del settore biotecnologico, anche Moderna ancora non è in utile e nel 2024 è stimata una perdita d’esercizio di circa 4 miliardi, mentre la cassa è positiva per circa 3 mld usd. Graficamente il titolo viaggia sulle montagne russe. Sicuramente è molto volatile e rischioso. Quello che notiamo è che dopo il periodo covid le quotazioni si sono stabilizzate in fase laterale.
Maxi cedola incondizionata del 15,5% già a settembre
Molto semplice la struttura del certificato ISIN IT0006765017 di Marex che attualmente si compra presso la pari e che permette di diversificare il portafoglio di certificati sul tema pharma, grazie ad un basket composto da Sanofi, Eli lilly e Moderna. Il Maxi Cash Collect paga un cedolone iniziale incondizionato già a settembre (con data di pagamento 27 settembre 2024) pari al 15,5%. Ultimo giorno utile per comprare il prodotto e avere diritto a questa maxi cedola è il 24 settembre incluso.
Dopo di ché il certificato pagherà cedole mensili dello 0,334% (pari a poco più del 4% annuo). Rendimento allineato alla maggior parte dei certificati d’investimento di questa tipologia. La barriera per il pagamento dei premi mensili è profonda al 50% dei valori iniziali e il certificato presenta la memoria che permette di recuperare eventuali premi persi.
Possibile anche il rimborso anticipato a partire da maggio 2025 a condizione che i tre titoli siano sopra i livelli iniziali (trigger al 100% dello strike).
Infine, la scadenza naturale del prodotto è prevista per il 25 agosto 2027 (3 anni) dove gli scenari possibili saranno due, come per la maggioranza di questi prodotti. Se il worst of sarà sopra la barriera capitale (50% degli strike), il certificato rimborserà 1.000 euro a certificato. Se il worst of sarà sotto la barriera, il certificato pagherà la sua performance. Quindi se il peggiore avrà perso il 60% dallo strike, il certificato pagherà 400 euro a pezzo. Considerata la maxi cedola che è incondizionata il rimborso effettivo sarà almeno di 555 euro (da vedere se il prodotto avrà pagato altri premi durante la vita). Dunque la perdita non sarà del 60% per l’investitore ma del 44,5%.
Compensazione fiscale
Infine, ricordiamo che la maxi cedola incondizionata è valida per la compensazione fiscale di eventuali minus presenti in portafoglio, così come anche tutte le cedole successive. Il certificato infatti è lo strumento principe per la compensazione fiscale. Importante però è verificare sempre se il proprio intermediario/depositaria, con cui si effettua l’operazione, applichi una compensazione immediata o a scadenza. Nel primo caso la compensazione sarà immediata, ovvero al pagamento effettivo (quindi nel momento in cui la cedola verrà incassata e depositata sul conto). È il metodo più efficace. Nel secondo invece la compensazione avverrà solo in caso di rimborso naturale, autocall o chiusura del prodotto da parte dell’investitore. Sistema certamente meno efficiente e che porta solitamente l’investitore a puntare a posticipare di quattro anni la minusvalenza. Il consiglio come sempre è di sentire la propria depositaria per non incappare in spiacevoli sorprese.
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