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Le borse correggono. Investire sugli indici con il capitale protetto

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IT0006762915
Indici
975,25  €

Ultimo aggiornamento alle 10:00 del 13/09/2024

Tipologia:
Certificato a Capitale Protetto
Sottostante:
S&P 500 Index - Nikkei 225 - EURO STOXX 50
Rendimento medio annuo:
NaN%

Dopo un lungo periodo di crescita sostenuta, i principali mercati azionari hanno iniziato la loro fase correttiva. L'indice Nasdaq dai massimi realizzati il 10 luglio ha già perso l'8% circa, una performance aggravata dal rosso di mercoledì, seduta nella quale l'indice delle società tecnologiche ha messo a segno il suo peggior sell off dal 2022 (-3,6%). Stesso andamento anche per l'altro indice a stelle strisce, lo S&P 500, che evidenzia ad oggi una flessione di oltre il 4% dai recenti massimi storici. Vendite anche in Europa dove alcuni conti trimestrali sotto le attese e in particolare nei comparti degli industriali e del lusso, hanno innescato un deciso incremento della volatilità portando così a brusche correzioni nei prezzi. 

Questo cambio di umore dei listini ha letteralmente spiazzato gli investitori e riflette una maggior preoccupazione per la crescita futura. Ma non è il momento di farsi prendere dal panico! Anzi, potrebbe essere l'occasione giusta per continuare ad investire proteggendo il proprio capitale. Come? Con il prodotto di investimento a capitale protetto di Natixis con codice ISIN IT0006762915, un innovativo strumento che permette di partecipare ai rialzi del mercato azionario limitando al minimo i rischi in caso di ribassi e cercando al tempo stesso di massimizzare i potenziali guadagni. Questo perché oltre ad un'ottima protezione del capitale al 95% a scadenza, lo strumento in questione vanta una performance amplificata da una leva di 1,2 volte (partecipazione del 120%) e senza alcun tetto ai guadagni. I sottostanti del certificato? Un tris di indici globali: S&P 500, EuroStoxx50 e Nikkei 225.

Ma i punti di forza di questo prodotto non sono finiti qui dato che il prezzo attuale si trova a sconto a quota 977 euro, permettendo così all'investitore che acquisterà il certificato oggi di perdere al massimo a scadenza solo il 3%!

E' iniziata la fase di ritracciamento?

Con le vendite di questa settimana si fanno più insistenti i dubbi degli investitori sulla tenuta del trend delle big Tech, titoli che negli ultimi due anni sono stati i veri protagonisti del mercato, complice la febbre AI. Teniamo infatti presente che mentre l'indice S&P 500 passava rapidamente da un record all’altro, la preoccupazione di alcuni investitori riguardava la coralità di movimento, dato che solo una manciata di mega titoli hanno permesso ai listini a stelle e strisce di aggiornare costantemente i suoi record storici. Questi timori si stanno amplificando sempre più nelle ultime sedute, con le svendite sui colossi della tecnologia che hanno trascinato al ribasso l'intero mercato, offuscando anche alcuni dati macroeconomici migliori delle attese. Se da una parte però il tech rimane sotto pressione, alcuni comparti e alcune aziende a più piccola capitalizzazione hanno invece registrato un deciso balzo in avanti, alimentati dal fatto che la Fed riesca a domane l'inflazione senza grosse ripercussioni sull'economia e ben presto sarà in grado di tagliare i tassi di interesse. 

S&P 500, da monitorare la tenuta dei 5.200 punti

Dopo aver raggiunto un nuovo massimo storico sopra a quota 5.660 punti, l'indice S&P 500 ha invertito bruscamente la direzione. Questo è ben visibile dal grafico qui sotto che mostra l'andamento del paniere delle 500 aziende a maggior capitalizzazione su time frame giornaliero. Il listino con il rosso della seduta di mercoledì (-2,3%) si è portato al di sotto dell'area di supporto di breve periodo a 5.440 punti e sembrerebbe ora intenzionato a ritestare nuovamente l'area supportiva intorno a 5.260 punti. Ecco che in caso di un deciso breakout al ribasso anche di tale livello, per il listino di Wall Street si potrebbero aprire ulteriori spazi al ribasso fino al livello spartiacque dei 5.000 punti. In ogni caso la tendenza sull'indice rimane ampiamente positiva nel medio-lungo periodo, con il listino che da inizio anno si trova ancora in rialzo del +13,8%.

EuroStoxx50 al test della media mobile a 200 giorni

La pessima settimana di Wall Street ha contagiato tutti i principali mercati azionari. In Europa, l'indice EuroStoxx 50 si appresta ad archiviare la seconda settimana in calo. Anche nel Vecchio Continente il sentiment è stato impattato da alcuni conti trimestrali sotto le attese e in particolare nel comparto del tech, degli industrial e del lusso. In questo contesto l'indice EuroStoxx50 si è riportato al test del principale supporto di breve periodo a quota 4,750 punti, livello da cui transita anche la media mobile esponenziale a 200 giorni (linea arancione sul grafico). Ecco che fin tanto che il listino europeo riuscirà a mantenersi al di sopra di tale livello la tendenza di medio periodo rimane positiva, mentre in caso contrario si potrebbero aprire spazi al ribasso per un ritorno dell'indice verso i 4.600 punti.

Nikkei 225 raggiunge un nuovo record e poi cede l'11%

Vendite anche sul mercato azionario giapponese, con il Nikkei 225 che dopo aver brindato un nuovo record storico a metà luglio è subito affondato di oltre l'11%sui livelli minimi di aprile. Una brusca inversione di tendenza che potrebbe ora essere arginata dall'area supportiva a quota 37.000 punti, livello la cui importanza è avvalorata ulteriormente dal transito della media mobile a 200 giorni. 

Oltre all’effetto dei sell off a Wall Street, l’azionario giapponese ha pagato anche i timori legati all’imminente riunione della Bank of Japan che, secondo quanto riferisce Reuters, potrebbe discutere l’opportunità di varare una nuova stretta monetaria, dopo la fine dei tassi negativi annunciata alla metà di marzo di questo anno.

Come funziona il capitale protetto su tre indici 

Lo strumento ISIN IT0006762915 permette proprio di investire su un paniere composto dai questi tre indici: l’americano S&P 500, il giapponese Nikkei 225 e l’Euro Stoxx 50, il paniere che riassume l’andamento delle principali blue chip europee.

Come dicevamo il certificato di oggi si caratterizza per offrire una protezione del capitale a scadenza al 95%, il che significa che per quanto male possano andare le cose nei prossimi due anni (il prodotto scade nel maggio 2026), la perdita massima è comunque molto contenuta. 

Al rialzo invece non c’è nessun limite ai guadagni potenziali che sono determinati dalla performance a scadenza dell'indice peggiore dei tre sottostanti (Worst of), amplificata dalla presenza di una leva dell'1,2X. Facciamo un esempio per capire meglio come funziona tale meccanismo. Ipotizziamo che il 7 maggio 2026, ovvero la data fissata per la rilevazione finale dell'andamento degli indici sottostanti, il peggiore dei tre abbia realizzato una performance positiva del 10%. Se si trattasse soltanto di applicare la leva dell’1,2%, il calcolo sarebbe facile: 10% x 1,2 = 12%. E così l’investitore che spende oggi 977 euro per acquistare un certificate verrebbe rimborsato con 1.120 euro (valore nominale di 1.000 + 1000 x 12%), ottenendo così un profitto di 1.123 euro visto il gain dato dall'attuale prezzo a sconto sul mercato rispetto al suo valore nominale.

In realtà però, il prodotto è ancora più generoso, perché per calcolare la performance non prende come base di calcolo il 100% del valore nominale, ovvero 1.000 euro, bensì il 95%, con il risultato che il certificate verrà rimborsato a 1.130 euro,  con una performance del 13% sul nominale e non del 12% come sarebbe se lo strike fosse al 100% del valore iniziale.

La formula usata per il calcolo è: Denomination x (95% + Participation x Max (Finale Performance -95%; 0)).

Dove Denomination è il valore nominale di 1.000 euro, Participation è 120% (quindi la leva) e Final Performance è la performance del worst of a scadenza.

Facciamo un ulteriore esempio ipotizzando che a scadenza il peggiore dei tre indici sottostanti sia salito del 30%. Non ci resta che applicare la formula: 1.000 X (95% + 120% X (130%-95%) = 1.370 euro e non a 1.360 euro come sarebbe nel caso in cui lo strike fosse al 100% del valore iniziale.

La cosa interessante è che questo meccanismo di calcolo permette al certificato di generare profitti anche in caso in cui la performance dell'indice peggiore sia pari a zero. Se andiamo infatti ad applicare la formula mettendo come performance finale 0% avremo un rimborso di 1.010 euro, con un rendimento comunque del 1%, not bad!

Teniamo infine presente che il certificato ISIN IT0006762915 certificato è Quanto in euro e quindi senza nessun rischio di cambio per l’investitore.

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