Il top del lusso per un rendimento del 10% annuo
Una nuova emissione di BNP Paribas per sfruttare sull’eccellenza del lusso mondiale con barriere ampie e rendimenti potenziali in doppia cifra
La scelta dei titoli da inserire in portafoglio è sempre fondamentale in borsa. Lo è più che mai, poi, quando l’incertezza sale. Ecco perché, in una fase in cui i mercati si attendono una frenata dell’economia, la scelta di BNP Paribas di puntare su titoli del lusso sembra più che mai azzeccata. Vediamolo in questa analisi che si focalizza sul certificato ISIN XS2705276124. Un prodotto con barriere profonde, al 60%, in grado di proteggere l’investitore anche in caso di ribassi dei titoli azionari (tre colossi del comparto lusso), ma al tempo stesso in grado di offrire un rendimento cedolare fino al 10% annuo.
Lo mettiamo subito in chiaro però. Questo certificato non ha come sottostanti i soliti titoli del lusso, ma quelli al vertice della piramide del lusso, il lusso assoluto, parametro di riferimento solo per gli HNWI e UHNWI (High-net-worth individual e Ultra-high net worth individuals). I milionari e miliardari. E questo fa la differenza, soprattutto nello scenario che si sta delineando.
Il top della gamma nel settore lusso
Partiamo dai titoli sottostanti del certificato: tre big cap in ambito moda ed auto di lusso. Società che in questi ultimi anni hanno ben performato e godono di grande fiducia del mercato: Brunello Cucinelli, Ferrari ed Hermes International. Per tutte e tre potremmo dire: “un nome, una garanzia”.
Sono tre titoli che sono collocati ai vertici della piramide del lusso. In altre parole, il top della gamma, con facoltosi clienti affezionati al brand ed alla qualità che questo si porta dietro. Una fedeltà che rende i tre titoli in buona parte immuni sia a crisi inflazionistiche (che colpiscono poco il ceto più abbiente) o fasi di recessione. Al tempo stesso, le aziende che godono di questo posizionamento possono alzare i prezzi in caso di inflazione a fronte di una clientela che ha un’alta propensione all’acquisto e lo vuole, indipendentemente dal prezzo del prodotto. Ciò consente a queste aziende di mantenere relativamente costanti gli elevati margini operativi, anche in condizioni di mercato potenzialmente complesse.
Focus sui tre titoli sottostanti
Ecco di seguito una breve analisi sui tre titoli. Vi anticipiamo già che emerge un elemento comune, ossia un trend di fondo positivo, sia per quanto riguarda i ricavi delle aziende che l’andamento delle rispettive azioni, resilienti sia all’inflazione che a scenari geopolitici avversi.
Ferrari
Sono passati quasi otto anni da quando Ferrari esordì a Piazza Affari, in area 43 euro. Allora Marchionne parlò di “un traguardo che rappresentava una nuova partenza” e le cose sono andate proprio così, con la quotazione a New York ed il progressivo apprezzamento del brand italiano più amato nel mondo.
L’azienda mostra solidi numeri e gli investitori in questi anni hanno fatto man bassa del titolo che al momento naviga intorno ai 320 euro per azione (ma ha già toccato anche quota 345 euro nelle scorse settimane. Un trend ancora saldamente impostato al rialzo, per un’azione con una volatilità implicita tendenzialmente bassa. Al momento Ferrari vale in borsa oltre 60 miliardi di euro e la barriera, a circa 200 euro per azione è decisamente lontana. I conti del 2023 hanno confermato ancora una volta chi comanda con conti record e l’ingaggio di Lewis Hamilton alla guida della Rossa di F1 a partire dal 2025. L'utile netto 2023 per la prima volta ha sorpassato il miliardo di euro con 13.663 consegne, che segnano un incremento del 3% su base annua, e un portafoglio ordini solido. Forte dei traguardi raggiunti, la società di Maranello guarda alla fascia alta dei target al 2026.
A supporto di quanto detto su questi tre titoli, Ferrari in testa, l’analisi grafica aiuta. Ferrari è una macchina da guerra che gradualmente ma inesorabilmente segna sempre nuovi massimi, o per lo meno così ha abituato gli investitori. Da notare sul grafico i drawdown. Ferrari non ha mai perso più del 35%. Ecco allora che una barriera al 60% su un titolo del genere è più che sufficiente.
Brunello Cucinelli
È più recente la quotazione di Brunello Cucinelli, avvenuta nel 2019. Il risultato, però, è stato simile. Dai prezzi di negoziazione dei primissimi giorni (circa 30 euro), l’azione ha triplicato il suo valore, arrivando a superare quota 90 euro. Anche in questo caso il trend è chiaro, con un’impostazione chiaramente rialzista.
Per gli analisti il target medio è oltre quota 95 euro, circa il 3% in più dei prezzi attuali. Anche le previsioni più negative sono oltre gli 80 euro, ben sopra la barriera, collocata in questo certificato a 56 euro per azione.
Gli analisti che stimano per il 2024 un fatturato di 1,26 miliardi di euro (+10% sul 2023). Numeri positivi anche per quanto riguarda gli utili, attesi in crescita del 14% in area 132 milioni.
Anche in questo caso, massimo drawdown del titolo è stato sotto il -40% (-38%) e ancora una volta queste barriere al 60% sono assolutamente valide. Siamo comunque di fronte ad un titolo amato dagli investitori con un chiaro trend crescente. Lo dimostra anche il testa e spalle ribassista emerso nel corso del 2023 che però non ha portato a target il ribasso. Infatti il titolo prima di raggingere il target ha mostrato tutta la sua forza riprendendo la sua strada naturale verso l’alto e riportando i corsi sui top.
Hermes International
Hermes è uno dei colossi nel mondo del lusso, con una capitalizzazione che supera i 200 miliardi di euro. Il titolo è quotato sulla borsa francese e naviga in area 1.950 euro. Per gli analisti siamo ancora leggermente sotto il target price, con un valore medio che si avvicina ai 2.000 euro.
Anche qui il trend è chiaro: l’azione nell’ultimo anno ha guadagnato il 15%, negli ultimi 5 anni il 270%, negli ultimi 10 anni oltre il 700%. Numeri da capogiro che certificano l’interesse dei clienti per Hermes e dei mercati per il titolo (e per l’intero comparto lusso).
Il titolo ha uno storico maggiore rispetto agli altri due titoli, ma anche qui l’analisi grafica certifica la qualità. In questo caso abbiamo avuto un drawdown leggermente maggiore del 40% che va però sempre contestualizzato. Il titolo dai minimi del 2020, anno del covid, ha segnato un +300%. Anche in questo caso la barriera al 60% ci sembra più che sufficiente.
Un certificato che guarda al comparto lusso
Il certificato ISIN XS2705276124 è caratterizzato da barriere profonde, collocate al 60% dei prezzi di osservazione iniziale. Livelli decisamente ampi se consideriamo la solidità delle aziende in questione e la loro bassa volatilità implicita. Decisamente ricco, invece, il rendimento cedolare trimestrale, pari al 2,50% (10% annuo) con memoria.
Fra gli elementi chiave di questo memory cash collect, poi, troviamo anche l’opzione del richiamo anticipato discrezionale in capo all’emittente (callability) a partire dalla fine del terzo trimestre.
Come funziona il certificato: richiamo anticipato discrezionale e scadenza massima 2027
Come accennato, a partire da novembre 2024 in poi è presente l’opzione del richiamo anticipato discrezionale. Nel caso in cui venisse esercitata dall’emittente, il certificato richiamerebbe a 100 pagando la cedola del periodo e ogni premio eventualmente non pagato e portato a memoria.
Se il certificato arrivasse alla sua naturale scadenza, nel febbraio 2027, per incassare l’ultima cedola e il rimborso dell’intero valore nominale sarebbe sufficiente che le azioni sottostanti non avessero perso il 40% o più dai prezzi di osservazione iniziale. Si otterrebbe un rendimento positivo, quindi, anche a fronte di cali del 10, 20 o 30%. Insomma, anche in uno scenario laterale o moderatamente ribassista questo certificato permetterebbe di estrarre rendimento dal mercato.
In caso contrario, se la discesa di uno o più titoli fosse se pari o superiore al 40%, il rimborso del certificato sarebbe pari al valore nominale decurtato della perdita fatta registrare dal sottostante con la peggior performance.
Ricordiamo che alla pagina di Websim analisi certificati avanzata, trovate tutte le caratteristiche principali del prodotto riassunte. Tra queste figurano i livelli di strike, le barriere, la distanza da strike e barriera dei titoli o indici, volatilità implicita a 1 anno e correlazione dei sottostanti, oltre a tanti altri dati utili per valutare il prodotto.
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