COMUNICAZIONE DI MARKETING

Il Certificates tricolore accontenta tutti: paga tanto (13%) e protegge (50%)

Si presenta veramente molto bene il nuovissimo certificato di BNP Paribas Low Barrier ISIN XS2515138217 che investe su Banco BPM, STM e Nexi. Tre eccellenze italiane per chi vuole puntare sull’Italia con un rapporto rischio rendimento veramente competitivo e difficile da reperire sul mercato in questo momento. Il certificato infatti paga un premio mensile del 1,1% con memoria (13,2% annuo), condizionato ad una barriera al 50% (valida anche a scadenza). Oggettivamente un ottimo rapporto rischio rendimento anche perché la selezione dei tre titoli lo rende ancora più attraente, come vedremo in questo articolo di approfondimento.
 

Mercati al giro di boa: estate si preannuncia calda per il drenaggio di liquidità

La prima metà del 2023 è stata sicuramente positiva per i mercati europei tornati di fatto sui massimi pre-bear market 2022. Anche il Ftse Mib si è comportato bene con un rialzo YTD del 12%, contro il 14% del Dax e il 13% dell’Euro Stoxx 50. A spingere il listino italiano i finanziari in primis, ma anche gli energetici con utility in testa. Adesso però gli indici europei sono tornati su importantissime resistenze e sembra difficile pensare che possano infrangerle proprio durante il periodo estivo che, statisticamente porta con sé volatilità. Anche perché, come si vede sotto dal grafico del VIX, la grande assente ormai da inizio aprile è proprio lei, la volatilità che si mantiene ben al di sotto dei 20 punti (17 punti se prendiamo il VStoxx europeo). E come sappiamo bene, questa è ciclica quindi a fasi di volatilità depressa si alternano fasi di forte volatilità. Il tutto in un contesto fertile dove non mancano ragioni d’incertezza e che potrebbero scatenarla.

In particolare, è il drenaggio di liquidità che potrebbe subentrare a giugno e nei mesi estivi che preoccupa. Un drenaggio di liquidità legato a diversi fattori. L’accordo sul debt celing è positivo ma significa anche nuove emissioni a pioggia del tesoro americano. E questo porterà ad un drenaggio di liquidità importante sul mercato (nel nostro piccolo in Italia arriva il BTP Valore ad esempio). L’estate è periodo di imposte e anche questo bene non fa ai mercati. Meno soldi disponibili. Infine, scade il TLTRO e le banche dovranno rimborsare un ammontare di 477 miliardi.

Un drenaggio che avviene mentre la BCE ancora non intende smettere di rialzare i tassi. Previsti due rialzi certi a giugno e luglio per 25 bp. Poi dipenderà dall’andamento dell’inflazione. In America non è piaciuta la lettura dei verbali della Fed. Infatti, emerge che all’interno del board la situazione è ancora molto combattuta tra chi vorrebbe già fare una pausa sul rialzo tassi, compreso lo stesso Powell, e chi invece vuole proseguire con l’aumento. Probabilmente, saranno i prossimi dati macro, quelli di giugno come il dato sul lavoro e il CPI che faranno propendere la Fed verso una delle due direzioni. Ma anche in caso di pausa rimane forte l’idea che non sia per nulla detto che poi ci sarà un arresto definitivo del rialzo tassi. Dalla lettura dei verbali della Fed sembra dunque ancora prematuro parlare di inversione dei tassi. E questa volta il mercato sembra averlo assimilato, tanto che le stime sull’andamento dei tassi USA sono passate dallo scontare, nella seconda parte dell’anno un taglio di 100 bp a 25/50 bp. Una bella differenza. Rimane poi ancora aperto il rischio recessione e il problema delle banche regionali in USA. Attenzione, perché l’eventuale drenaggio di liquidità dai conti correnti combinato con una Fed ancora intenzionata a rialzare i tassi potrebbe giocare un brutto scherzo alle banche regionali americane e a cascata peggiorare l’effetto del credit crunch sull’economia. Cosa che andrebbe a cascata a velocizzare o accentuare il rallentamento economico o recessione attesa per la seconda parte dell’anno. Infatti, dopo la pubblicazione dei verbali Fed la curva dei tassi è tornata a invertirsi marcatamente, a sottolineare che un eventuale rinnalzamento dei tassi porterebbe la recessione in USA con alta probabilità. Come abbiamo detto tante volte però, non tutti i mali vengono per nuocere. Infatti, in caso di recessione la Fed sarebbe costretta a tagliare tassi e immettere liquidità favorendo i mercati azionari. Ecco perché ci aspettiamo volatilità di breve/medio termine ma rimaniamo positivi per la seconda parte dell’anno.
 

Il Certificates su STM, Banco BPM e Nexi presenta un ottimo rapporto rischio rendimento

Se è chiaro lo scenario incerto che potrebbe caratterizzare i mesi estivi e visto i livelli di resistenza fondamentale raggiunti dagli indici europei, i certificati low barrier possono essere una validissima alternativa all’investimento direzionale, in ottica di diversificazione di portafoglio. Questo è vero soprattutto quando i sottostanti sono di qualità, il premio mensile con memoria alto e la barriera di protezione molto profonda. Tutti elementi contenuti nel nuovissimo certificato Low Barrier Cash Collect di BNP Paribas ISIN XS2515138217.

Molto semplice il suo funzionamento. Il certificato paga premi mensili con memoria del 1,1%, pari ad un rendimento anno del 13% e ha scadenza tre anni. Sia le cedole che il rimborso del capitale a scadenza sono condizionate ad una barriera profonda al 50%. Ricordiamo che la memoria permette di recuperare eventuali premi persi precedentemente se i tre titoli sono in una data di osservazione sopra la barriera. Questo è valido a tutte le date di valutazione, quella finale a scadenza compresa.

Il certificato vanta poi la possibilità di rimborso anticipato da febbraio 2024 se i tre titoli saranno sopra strike (100% valore iniziale). In tal caso il certificato pagherà il valore nominale (100 euro a pezzo), più l’ultima cedola e, come abbiamo detto sopra, anche tutti i premi eventualmente non pagati precedentemente.

A scadenza funziona come tutti i cash collect. Se tutti i titoli sono sopra la barriera al 50% dello strike il certificato paga 100 euro più ultimo premio, più tutti i premi eventualmente non pagati precedentemente. Se invece anche solo un titolo è sotto la barriera, il certificato paga un importo commisurato alla performance del peggiore dei sottostanti. Quindi se uno dei titoli dovesse perdere a scadenza dallo strike il 60%, il certificato rimborserebbe 40 euro (al netto ovviamente dei premi pagati durante la vita del prodotto che vanno ad attutire la perdita).

 

Banco BPM, STM e Nexi, tre società con fondamentali solidi

Oltre all’ottimo rapporto rischio rendimento interessante anche il basket proposto che punta su tre titoli dai buoni fondamentali e leader nei rispettivi campi di attività.

Banco BPM ha chiuso il primo trimestre del 2023 con ottimi risultati ben oltre le attese. La banca dopo il derisking degli ultimi anni sta crescendo molto con fondamentali nettamente migliorati. Tanto che il management ha alzato anche la guidance per il 2023 e questo proprio in funzione dei maggiori ricavi che del rischio sotto controllo. Molto positivo che sia il margine d’intermediazione che quello d’interesse sono saliti, grazie sia alla presenza forte in aree ricche come la Lombardia che alla capacità di collocare più prodotti bancari e assicurativi rispetto al quarto trimestre. Inoltre, rimane alta la probabilità che venga coinvolta nel risico bancario. Di contro, come tutte le banche, il business è ciclico ed è molto legato all’andamento dell’economia reale. Se l’Italia dovesse avere un forte rallentamento economico o addirittura entrare in recessione, si avrebbe un incremento delle sofferenze e a cascata maggiori accantonamenti. Possibile quindi pensare sulle banche ad un periodo di take profit visto anche i guadagni importanti degli ultimi mesi e in attesa di capire la dinamica sui tassi, da cui dipende il margine d’interesse e la qualità degli attivi. La domanda che si fanno in questo momento gli operatori è: gli utili realizzati dalle banche sono utili di picco o no? E Molto dipenderà proprio dalle politiche monetarie delle banche centrali e quindi dall’andamento dei tassi. È chiaro, dunque, che il certificato può essere un ottimo strumento per investire su questi titoli senza essere condizionato da fasi di volatilità momentanea ed entro i limiti ovviamente di barriere che, come nel caso di questo prodotto (50% degli strike), sono estremamente profonde.

Nexi sui fondamentali resta una società leader nel settore dei pagamenti, con un trend di crescita del business ben visibile e strutturale. Buona l’esposizione geografica del gruppo italiano che offre grandi opportunità. Nexi infatti lavora in Italia, Germania, Scandinavia e Spagna. Eccetto la Scandinavia, paese maturo, gli altri vedono un tasso di penetrazione dei pagamenti digitali molto alto. Unico rischio viene da una recessione. Il business di Nexi è ciclico ma meno che per le banche perché è legato ai consumi, ma se il tasso di penetrazione dell’uso dei pagamenti digitali cresce può compensare parzialmente la top line. Relativamente al forte indebitamento, la situazione è in miglioramento ma si vedrà se sono in grado di mantenere le attese con la chiusura del primo semestre. La ragione invece per cui il titolo rimane depresso in Borsa è dovuto al disinteresse degli investitori perché il segmento dei pagamenti digitali sono passati dall’essere considerati tech al finance e nonostante i multipli si siano già sgonfiati parecchio, sono ancora un po’più alti dei finanziari puri. È dunque un settore che sta passando in sordina. Nexi soffre anche del rischio di overhang. Nexi, infatti, ha nell’azionariato diversi fondi di private equity che sono entrati a seguito della fusione di Nets e prima o poi dovranno uscire dal capitale e questo pesa sul titolo. Sui multipli il titolo prezza a 8,4X l’EV/EBITDA, a netto sconto sui peer e questo è positivo. Però, come dicevamo, è anche vero che i multipli del settore sono ancora cari rispetto ai finanziari puri come le banche che trattano a multipli più bassi, vicino alle 6X. In ogni caso gli analisti, anche di Intermonte, sono positivi sulla società e la presenza di barriere profonde al 50% dai livelli attuali rende l’investimento tramite certificato particolarmente interessante.

STM ha chiuso un buon primo trimestre 2023 battendo nel complesso le attese degli analisti. Quello che però ha pesato sul titolo è stato il netto aumento dei giorni di scorte rispetto al trimestre precedente a causa della domanda più debole di elettronica personale. Leggermente meglio delle attese anche la guidance per il prossimo trimestre sia in termini di fatturato che margini. Il mercato forse è spaventato dai venti contrari di breve termine come il rallentamento del settore dell’elettronica di consumo e il rallentamento del margine lordo e ha optato per forti prese di profitto. Ma lo storno sul titolo dovrebbe essere solo un atto momentaneo e che ha riportato il titolo a multipli molto interessanti col P/E 2023 a 10x.

Infine, pubblichiamo la tabella di correlazione e volatilità. I tre titoli ovviamente appartenendo a settori differenti sono poco correlati tra loro. Questo aumenta sicuramente il rischio insito nel prodotto ma alza il rendimento. Ecco perché comunque una barriera al 50% ci è sembrata una scelta molto oculata. D’altra parte però la volatilità implicita ad 1 anno non è altissima e poco sopra il 30%. Di fatto questo valore ci dice di quanto si potrebbero muovere i titoli in un anno (sono stime ovviamente). Anche in questo senso una barriera al 50% ci sembra ben pensata e ha comunque permesso all’emittente di dare un rendimento molto alto.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 2 su una scala da 1 a 7. L’investimento in questa tipologia di Certificate espone il risparmiatore al rischio default dell’emittente. Tutti i rendimenti espressi sono al lordo delle imposte.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

COMUNICAZIONE DI MARKETING