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Ancora banche per alleviare l’incertezza: il certificate con Airbag su Unicredit e Intesa rende quasi il 10%

Il Certificato ISIN XS2656219024 di Bnp Paribas paga premi trimestrali del 2,42% con memoria condizionati da una barriera al 60%. Protezione del capitale aumentata grazie all’Airbag al 60%. 

Un ottimo articolo del Sole 24 Ore di mercoledì 13 dicembre ci ha ricordato che anche l’indice Ftse Mib della Borsa italiana, al pari del tedesco Dax 40, ha raggiunto in questi giorni i nuovi massimi storici. Infatti, per paragonare correttamente i due indici, andrebbero armonizzate le modalità di calcolo, che per il Dax sono quelle di un indice Total Return che tiene conto dei dividendi distribuiti. Al contrario, ogni volta che una società del Ftse Mib paga il dividendo, dall’indice di Piazza Affari viene sottratto il valore delle cedole staccate.

Il nuovo massimo storico del Ftse Mib

Sono ben pochi gli investitori che si rendono conto che oggi non c’è da festeggiare solo il ritorno del Ftse Mib sopra i 30.000 punti per la prima volta dal 2008. In realtà, quota 30.000, se calcolata nella modalità total return, diventa quota 73.000 punti, ben più alta del record storico del nostro indice, segnato nel 2000 a 50.000 punti.

La consapevolezza che dopo un fantastico rialzo del 25% dall’inizio dell’anno siamo su nuovi massimi storici rende più impellente la domanda su cosa aspettarci dalla Borsa italiana e dai mercati finanziari nei prossimi mesi. Per i graficisti i massimi storici rendono le previsioni più difficili. Gli indici di Wall Street sono su nuovi massimi di periodo e. a livello globale. l’indice MSCI World è sui massimi degli ultimi 18 mesi, livello che corrisponde a una fortissima resistenza.

Un certificate con caratteristiche difensive

Il buon senso suggerisce di agire con prudenza, perché è forte la probabilità di un periodo di consolidamento del mercato. È in fasi delicate come queste che gli investitori possono maggiormente apprezzare le caratteristiche difensive di un certificate come il Cash collect con Airbag di Bnp Paribas che investe su Intesa Sanpaolo e Unicredit.  Identificato dal codice ISIN XS2656219024, questo prodotto ha una durata di tre anni e offre un rendimento potenziale elevato, pari al 9,68% annuo, grazie a cedole trimestrali con memoria del 2,42%. Le cedole sono condizionate da una barriera al 60% del Valore iniziale. La stessa barriera al 60% giocherà a protezione del capitale alla scadenza finale, nel novembre 2026, ma va sottolineato che grazie all’Airbag la protezione è notevolmente più consistente.

I livelli del certificate con ISIN XS2656219024

Emesso il 22 novembre scorso, oggi questo certificate quota ancora vicino al valore nominale di 100 euro, nonostante nel frattempo le azioni di Intesa San Paolo siano salite del 5,7% e quelle di Unicredit dell’1,6%. La tabella qui sotto riporta i livelli di riferimento del prodotto.

La maggiore stabilità del prezzo del certificate, che oggi diventa un’opportunità per chi volesse comprare, è data dalla presenza dell’Airbag. Si tratta di un meccanismo di protezione che alla scadenza del prodotto riduce in modo sostanzioso il rischio di perdita sul capitale in caso di evento barriera.

Come funziona l’Airbag

Come tutti i Cash collect, il certificate con ISIN XS2656219024 prevede alla scadenza due possibili scenari:

  • Se all’ultima data di rilevazione (23 novembre 2026) tutti e due i sottostanti quoteranno sopra la barriera (o allo stesso livello), il certificate verrà rimborsato al valore nominale (100 euro), verrà pagata l’ultima cedola e verranno pagate le cedole eventualmente non versate e trattenute nella memoria del prodotto. L’investimento si concluderà con pieno successo.
  • Se invece anche solo uno dei sottostanti avrà perso più del 40% dal Valore iniziale, finendo quindi sotto la barriera, l’investitore subirà una perdita. Se fosse un normale Cash collect, il certificate verrebbe rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizzando per il peggiore un ribasso del 55%, il rimborso sarebbe pari al 45% del valore nominale, cioè 45 euro. Grazie all’Airbag, invece, il prezzo di rimborso (45 euro) va moltiplicato per il fattore Airbag (1,6667) e diventa 75 euro. Invece di una perdita del 55%, l’investitore subirà una perdita del 25%. Perdita a cui andrebbero poi sommati i premi eventualmente pagati durante il corso della vita. Una bella differenza. Nulla cambia rispetto al pagamento dei premi: saranno perse l’ultima cedola e anche quelle eventualmente conservate in memoria.

    Come si determina il fattore Airbag?  Ci sono diversi modi per calcolarlo. Il più semplice prevede di dividere il valore nominale del certificate per il livello della barriera. In questo caso 100 euro diviso 60 euro. Il risultato è 1,6667. Appunto il fattore airbag.

Possibile il rimborso anticipato

Un’altra caratteristica del certificate con ISIN XS2656219024 è che il prodotto può essere rimborsato anticipatamente a discrezione dell’emittente a partire dalla data di osservazione di fine agosto 2024, con pagamento il 2 settembre.

Posto che un rendimento potenziale annuo del 9,68% rappresenta, se ottenuto, un gran bel risultato, ci si può chiedere se è il caso di continuare a investire sulle due maggiori banche italiane dopo che Intesa Sanpaolo è salita da inizio d’anno del 27% e Unicredit ha guadagnato l’86%.

Unicredit e Intesa: nel 2023 balzo della redditività

Le due banche metteranno a segno quest’anno il record degli utili, con profitti per Intesa vicini a 7,9 miliardi di euro, in crescita dell’83% sull’anno precedente. Per una bizzarra combinazione, anche l’utile netto di Unicredit dovrebbe aggirarsi attorno a 7,9 miliardi di euro, con una crescita più ridotta, pari a +23%.

Il margine netto (quanto è l’utile in percentuale sul totale dei ricavi) sarà per Intesa vicino al 31,4%, in forte crescita dal 20% del 2022 e dal 23% del 2029, ultimo anno prima della pandemia. Per Unicredit il margine netto del 2023 sfiorerà il 34%, dal 31,7% dell’anno scorso e dal 17,9% del 2029.

Questo balzo della redditività è in gran parte dovuto all’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce, che ha permesso alle banche di ampliare il margine di interesse (differenza fra tassi attivi e tassi passivi). Che succederà ai bilanci delle banche se, come previsto dalla maggior parte degli economisti, già nel 2024 la Bce inizierà a tagliare i tassi?

Che cosa succederà quando i tassi scenderanno?

Secondo Goldman Sachs, in Europa l’inflazione sta scendendo più rapidamente di quanto previsto. Per questa e altre ragioni la Banca Centrale Europea dovrebbe essere la prima, tra le banche centrali di riferimento del pianeta, a invertire la rotta fin qui seguita, procedendo già in aprile con un taglio dei tassi di 25 punti base. Goldman Sachs si aspetta che da luglio in avanti, la discesa dei tassi proseguirà al ritmo di una riduzione a ogni meeting del board.

L’agenzia di rating Fitch in un report pubblicato il 6 dicembre afferma che la redditività del settore bancario in Europa rimarrà “solida”, anche se  i margini di interesse netti (NIM) hanno ormai raggiunto i loro picchi, cosa che, a seconda del Paese, è già avvenuta nel 2023 o è prevista per il 2024. Data la pressione sui NIM, lo sviluppo dei volumi di prestito sarà fondamentale per la generazione di ricavi. “Prevediamo che la performance delle banche nel 2024 sarà solo leggermente più debole rispetto ai solidi risultati del 2023, poiché i tassi d'interesse rimarranno più alti rispetto al passato, anche se le banche centrali inizieranno a tagliare i tassi nel 2024, attenuando così la prevista pressione sui margini”, si legge nel report.

Sui 21 analisti interpellati da Market Screener, 19 consigliano di comprare azioni di Unicredit (raccomandazioni Buy o Outperform) e 18 raccomandano di acquistare le azioni Intesa. Su nessuna delle due banche si segnalano giudizi negativi.

Per Unicredit la media dei target price è 33 euro, un obiettivo di prezzo che esprime un potenziale di rialzo nei prossimi 12 mesi del 32%. Uguale l’upside di Intesa (+32%) con una media dei target price di 3,54 euro.

Disclaimer:

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