13% di maxi incondizionata, più la protezione al 50%: tutto nel certificate sulle Banche europee
Inflazione ancora alta, incertezza sui mercati e, in quest’ultima parte dell’anno, magari necessità di compensare minusvalenze in scadenza. Un brutto mix. Un prodotto per affrontare a testa alta queste problematiche? Il nuovo Maxi Cash Collect di BNP Paribas ISIN XS2638620158 che punta su alcune tra le più solide banche europee: l’italianissima Banco BPM, la francese Credit Agricole e la spagnola BBVA (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria). Un tris di sottostanti raro nel mondo dei certificati ma ben assortito, con una logica ben precisa e un rendimento interessante. Il certificato paga infatti già a novembre una maxi cedola incondizionata del 13%. Tanti concetti espressi in poche righe. Vediamo di mettere ordine.
I money manager non sono così convinti che la BCE abbia finito con i tassi
Alcuni dei maggiori money manager ritengono che sia sbagliato scommettere che la BCE abbia finito di fare rialzi. Secondo Legal & General, Vanguard e Robeco, i mercati sottovalutano le probabilità di una stretta in risposta all'aumento dei prezzi dell'energia in caso di escalation della guerra in Medio Oriente. Nel frattempo, i funzionari della BCE, che stanno valutando se hanno aumentato i costi di finanziamento a sufficienza, stanno affrontando una sfida correlata: come garantire che la loro politica continui a funzionare.
Effettivamente, la geopolitica detta ora l’andamento dei mercati finanziari. Il ragionamento è semplice. Se Israele dovesse invadere la striscia di Gaza la possibilità che altri Paesi arabi entrino direttamente in guerra (si pensi in primis all’Iran, Libano e Yemen) è molto alta. Questo porterebbe ad un’impennata del greggio già tornato a 91 dollari e di altre materie prime, con rischio di una nuova fiammata dell’inflazione. Appunto, quello che i money manager temono perché un nuovo incremento dell’inflazione generale potrebbe portare le banche centrali ad alzare i tassi nuovamente, infrangendo la pausa appena annunciata. A temere l’escalation ci sono anche gli USA che stanno agendo sul doppio fronte. Ricordiamo infatti che il prossimo anno si terranno le elezioni Presidenziali in USA e l’attuale governo è in difficoltà evidente. Una nuova guerra con fiammata dell’inflazione è proprio l’ultima cosa che Biden vuole. Ecco perché la corsa in Medio Oriente a calmare le acque con un mix di buone e cattive maniere. Da una parte consigliare caldamente ad Israele di non avviare l’invasione della striscia di Gaza e dall’altra, per dissuadere i paesi arabi, ha spostato due portaerei su lato orientale del mediterraneo: la USS Gerald R. Ford con tutta la sesta flotta e la USS Dwight D. Eisenhower (le due portaerei possono gestire fino a 90 mezzi tra aerei ed elicotteri). La tensione è molto alta e come evolverà lo scenario è difficile prevederlo. Ecco perché i certificati possono tornare utili grazie alla loro capacità di estrarre valore continuativamente anche durante periodi di alta volatilità (sempre entro i limiti delle barriere).
Il comparto bancario interessante soprattutto con l’ausilio dei certificati
Abbiamo analizzato il comparto bancario diverse volte. Può essere un settore interessante su cui puntare in questa fase soprattutto con l’utilizzo di certificati, forse meno per operazioni di stock picking. Questo perché per come si sta impostando la congiuntura, probabile pensare a tassi mediamente ancora alti per almeno un anno. Elemento favorevole per le banche anche se il top di utili sembrerebbe ormai essere stato raggiunto quest’anno con un anno veramente record per il comparto. Da capire ora quando e quanto impatterà il costo della raccolta. Perché è chiaro che le banche, che fino ad ora hanno gestito bene questa questione, dovranno prima o poi adeguare anche il costo della raccolta e questo impatterà sul margine d’interesse ad oggi molto alto. Ecco perché anche se i tassi dovessero mantenersi alti, probabilmente la marginalità andrà a calare. Dall’altra parte c’è il tema recessione. Soprattutto con un escalation militare in Medio Oriente e accelerazione del prezzo delle commodity, una crisi economica a livello globale sarà più probabile. Questo certo non fa bene alle banche per diverse ragioni: meno richiesta di prestiti e mutui, aumento delle sofferenze e banche centrali che saranno costrette ad abbassare i tassi. Detto questo, il comparto è oggi più solido che mai in Europa con patrimonializzazioni molto alte, accantonamenti prudenziali già fatti e quindi sarà molto più resiliente in caso di recessione.
Se è chiaro quindi lo scenario, è chiaro anche perché ha senso puntare sulle banche con prodotti a barriera. Si eliminano i rischi di volatilità di breve e medio termine e si continua a estrarre valore sotto forma di certificati. Riportiamo sotto la tabella di correlazione e volatilità del certificato. Il basket è ben correlato soprattutto per quanto riguarda BPM e BBVA, mentre Credit Agricole vede una minor correlazione con Banco BPM, ma buona con BBVA. Nel complesso è un livello discreto di correlazione. La banca più volatile è Banco BPM, a guardare la volatilità stimata dal mercato a dodici mesi. Mentre BBVA e Credit Agricole evidenziano livelli bassi di volatilità. Quindi il basket come dicevamo è ben strutturato sia in termini di correlazione che di volatilità e questo lo rende abbastanza conservativo.
Le tre banche poi evidenziano anche ottimi fondamentali:
Credit Agricole è una banca francese che capitalizza 34,5 mld con fondamentali buoni e un patrimonio netto elevato, un rapporto di copertura dei crediti deteriorati (NPL) forte e un rendimento sul capitale (ROE) stabile. Credit Agricole ha una posizione di mercato forte in Francia e in Europa. È la prima banca in Francia per asset e la quarta in Europa e vanta una rete di oltre 4.000 filiali. Se guardiamo al parere degli analisti, il consensus vede 6 buy, 12 hold e 5 sell. Il target price è di 13,14 euro, con un upside del 16%. I ricavi sono stimati crescere da 24,8 miliardi del 2023, a 26,6 mld nel 2025 e l’EPS rettificato passare da 1,75 a 1,9 euro nello stesso periodo. L’utile da 5,2 mld a 6,1 mld (dati Bloomberg).
La spagnola BBVA capitalizza 44,8 mld ha una posizione di mercato forte in Spagna e in America Latina. È la seconda banca in Spagna per asset e la quarta in America Latina. BBVA è focalizzata sull’innovazione e ha recentemente annunciato un piano di investimenti da dieci miliardi per i prossimi tre anni. Se guardiamo il consensus, questo conta 21 buy, 11 hold e 0 sell. Target price a 9,2 euro, con un rendimento potenziale del 22%. I ricavi sono stimati passare da 28,6 mld nel 2023 a 29,6 mld nel 2025. Nello stesso periodo l’EPS rettificato andrà da 1,24 a 1,25 euro, mentre l’utile da 7,5 a 7,1 mld (dati Bloomberg).
Banco BPM è la più piccolina con 7,2 mld di market cap. Sta beneficiando della sua forte presenza al Nord, nelle regioni più ricche. La sua Banca Insurance è vista crescere e il costo del rischio è assolutamente sotto controllo. Rimane sempre la possibilità che venga coinvolta in operazioni di M&A, ovviamente come preda di Istituti più grandi, come per esempio la stessa UniCredit. Positivi gli analisti con 16 buy, 1 hold e 0 sell. Target price a 6 euro, con upside del 27% circa. I ricavi nel 2023 dovrebbero attestarsi a 5,3 mld secondo il consensus Bloomberg e rimanere di fatto stabili su questi valori nel 2025. L’EPS rettificato da 0,77 sale a 0,81 euro. L’utile passerà da 1,16 mld a 1,25 del 2025 (dati Bloomberg).
Maxi cedola del 13% incondizionata a novembre e barriera al 50%
È molto semplice il funzionamento del Maxi Cash Collect ISIN XS2638620158 di BNP Paribas sulle tre banche europee Banco BPM, Credit Agricole e BBVA. Il certificato paga un maxi premio incondizionato già a novembre del 13%, con data di pagamento 30 novembre e successivamente premi trimestrali con memoria del 1%, condizionato a barriere al 50% degli strike. Barriera valida anche a scadenza. La memoria, lo ricordiamo, permette di recupere premi eventualmente non pagati. Il meccanismo è valido fino a scadenza inclusa.
Il certificato vede poi la possibilità di autocall da luglio 2024 con trigger al 100% degli strike. Il rimborso anticipato si verificherà appunto se i tre titoli saranno sopra strike in una delle date trimestrali di osservazione.
A scadenza, ottobre 2026, come sempre sono possibili due scenari. Se I titoli saranno sopra barriera il certificato pagherà il valore nominale (100 euro), più ultimo premio ed eventuali premi non pagati. Altrimenti il certificato pagherà un controvalore pari alla performance del peggiore. Tradotto, se il worst of avrà perso il 60%, il certificato pagherà 40 euro a pezzo.
Disclaimer:
Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 5 su una scala da 1 a 7. L’investimento in questa tipologia di Certificate espone il risparmiatore al rischio default dell’emittente. Tutti i rendimenti espressi sono al lordo delle imposte.
La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza nemmeno generica o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.
Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.
Per maggiori informazioni, leggere attentamente la pagina relativa alle avvertenze. Clicca qui.