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Alta resa (10%) e barriere profonde per puntare sui titoli petroliferi

Se c’è un tema d’investimento che in questa fase ben si sposa col mondo dei certificati, è quello petrolifero. Sull’oro nero, infatti, ci aspettiamo una fase di lateralità che dovrebbe riflettersi sui titoli del settore. Non consigliamo dunque stock picking diretto su queste società, che potrebbero subire volatilità nel medio termine, mentre ha senso investire con i certificati che ci permettono di estrarre profitto sottoforma di cedole, rendendo al contempo l’investitore non condizionato dall’andamento del mercato (nei limiti ovviamente delle barriere). Il classico esempio d’investimento non direzionale.

A questa possibilità ben si associa il certificato Memory Cash Collect ISIN DE000VU1GGM5 di Vontobel che investe su ENI, Repsol e Tenaris. Il prodotto, infatti, a fronte di barriere premio molto profonde al 40% degli strike, promette un rendimento annuo di tutto rispetto pari al 10%, ovvero un premio trimestrale con memoria del 2,5%. La barriera a scadenza è pure molto profonda al 50% dello strike. Un certificato, tra l’altro, anche molto apprezzato dal mercato nelle ultime settimane, il quale sta vedendo un buon numero di scambi e che oggi si compra a sconto a 95 euro circa. Il prodotto ben si presta anche a strategie di equity substitution come andremo a spiegare nel proseguo dell’articolo. Ma prima, come sempre, concentriamoci sullo scenario di riferimento del petrolio.

Andamento della commodity legata al rischio recessione nel secondo semestre

L’ultimissima notizia sul petrolio viene dall’Iran, dove il ministro del petrolio Javad Owji ha annunciato un aumento della produzione a oltre tre milioni di barili al giorno. News che ha generato ieri un forte calo delle quotazioni del petrolio. Quotazioni che stanno tornando verso la fascia di prezzo dei 75/70 dollari che rappresenta il supporto chiave. Ricordiamo che gli analisti si attendono quest’anno le quotazioni del Brent mediamente a 86 usd e WTI a 82 usd. Se guardiamo il grafico sotto di fatto il mercato prezza una fase laterale con prezzi mediamente più alti degli attuali.

Che il sentiment sia lievemente cambiato ce lo dice anche la reazione che c’è stata ad inizio aprile all’annuncio dell’Opec Plus, totalmente inatteso dal mercato. Il cartello infatti ha deciso per un taglio di oltre 1 milione di barili al giorno di petrolio, a cui si aggiungono altri 500 mila barili da parte della Russia. Sulla notizia il prezzo ha visto un forte rialzo, per poi rimangiarsi praticamente tutto il movimento.

Quello che sta impattando negativamente le quotazioni è un’offerta russa sopra le attese che trova sbocco in India, Cina e Far East e una domanda cinese che, nonostante il re opening, è più debole di quello che ci si aspettava. Ma il tema principale e che lascia un alone di incertezza sull’oro nero è la recessione. Una recessione guidata in questa fase soprattutto dal forte rischio di credit crunch bancario e dai tassi alti. Il petrolio, quindi, ha indietreggiato e nel breve non ci sembrano essere spunti rialzisti. Una stampella alla domanda nel breve periodo dovrebbe arrivare dalla richiesta più forte per prodotti per autotrazione grazie alla driving season in USA, ma non ci aspettiamo grandi spike del prezzo del petrolio. Vediamo quindi il petrolio oscillare in una fase laterale. L’incognita rimane il tema recessione nel secondo semestre dell’anno. Le domande da porsi dunque sono: forte rallentamento economico o recessione nel secondo semestre in USA? E se dovesse esserci una recessione, che tipo di recessione? Soft, intermedia o profonda? Questo sarà il vero catalyst per il petrolio e per i titoli petroliferi da qui a fine anno. Una recessione più forte, guidata dal credit crunch bancario, potrebbe avere impatto importante sul petrolio. Da dire che la maggior parte degli analisti si attende una recessione soft. Noi in generale non ci aspettiamo un petrolio che crolla ma mediamente prezzi leggermente più bassi degli attuali, anche un po’ quindi in contrasto con il consensus di mercato.

Titoli petroliferi: la congiuntura favorisce le big oil su chi fa servizi

Se è chiaro lo scenario, dovrebbe essere chiara anche la nostra view sui titoli petroliferi e quindi il perché vediamo bene l’utilizzo dei certificati d’investimento su questo segmento di business. Eni e Tenaris hanno riportato conti molto forti, anche se c’è una percezione che negli ultimi due quarter è stato fatto il picco degli utili. Su Tenaris il management ha detto chiaramente che si aspetta un calo del fatturato e margini nei prossimi quarter. Nel caso di Eni dipenderà dal movimento del prezzo del petrolio. Il management ha dato una guidance aggiornata per prezzi gas più bassi rispetto a prima e guidance più bassa per quest’anno a 12 bln su EBIT 2023. Questo a parità di scenario oil proprio per riflettere prezzi gas più bassi e dollaro leggermente più debole. Il settore petrolifero ha fatto numeri eccezionali lo scorso anno ma il mercato guarda avanti e non si ferma certo alla storia, ma vive di prospettive. C’è quindi idea che il settore vada verso una contrazione dei numeri. Più in particolare, per chi è esposto alle commodity dipenderà dallo scenario del prezzo oil e gas e per chi fa service come Tenaris dipenderà dall’andamento degli investimenti delle big petrolifere e del drilling. Possiamo comunque aspettarci meno contrazione per Eni, sempre ipotizzando scenari di commodity flat. In uno scenario così, tiene meglio Eni, mentre Tenaris vedrà maggiore volatilità perché il picco utili è stato fatto. Non si consiglia quindi di fare stock picking sul settore comprando ora i singoli titoli (se non per investimenti di breve durata, quindi più da trading) perché prevale l’incertezza dettata dall’attesa per il secondo semestre degli operatori che vogliono capire che tipo di recessione arriverà. Non è semplice dunque cogliere anche fasi di rimbalzo sul settore poiché questi titoli sanno essere molto volatili.

Premi trimestrali del 2,5% e barriere profonde per affrontare il comparto petrolifero

In un contesto di lateralità attesa sul mercato petrolifero i certificati diventano uno strumento estremamente funzionale, soprattutto quando le barriere per il pagamento dei premi e per il rimborso del capitale sono molto profonde. Infatti, permettono all’investitore di estrapolare rendimento senza essere condizionati dalla direzionalità e volatilità dei sottostanti. Ovviamente questo è vero sia per i premi che per il capitale fino alla tenuta delle barriere. Cosa buona è che i Memory Cash Collect hanno la barriera discreta e non continua. Quindi affinché il certificato rimborsi a scadenza il capitale, basterà che allo scadere dei tre anni, alla data di osservazione finale, il peggiore dei tre titoli per performance dallo strike sia ad un prezzo pari o superiore della barriera. In tal caso il certificato pagherà il valore nominale di 100 euro, più l’ultimo premio e tutti i premi eventualmente non pagati, grazie all’effetto memoria.

Da sottolineare poi che il certificato ISIN DE000VU1GGM5 si compra anche a netto sconto a 95 euro circa. Elemento che permetterebbe a scadenza, in caso positivo di rimborso del valore nominale, anche una plusvalenza potenziale dovuta alla differenza tra prezzo d’acquisto e di rimborso circa del 5%. Insomma, in ottica di diversificazione di portafoglio uno strumento senz’altro interessante.

Prima di vedere nei dettagli il prodotto, sottolineiamo che ben si sposa anche a strategie di equity substitution. Che significa? Semplice, se come abbiamo detto, il comparto petrolifero dovrebbe essere vicino a dei top sugli utili, non ha senso, o rimane molto rischioso, puntare sui titoli di settore come investimento di lungo (diverso per trading di breve). Dunque, chi fosse esposto a questo settore e condivide la nostra view potrebbe chiudere totalmente o parzialmente la posizione sui titoli del comparto per investire una parte su certificati d’investimento che ci permettono di continuare ad estrarre rendimento, senza però rimanere fortemente direzionali.

Premi trimestrali condizionati

Il certificato ISIN DE000VU1GGM5 prevede lo stacco di premi trimestrali di importo pari a euro 2,50 (il prossimo con data di osservazione il 10 luglio 2023), a condizione che nelle date di osservazione tutti i sottostanti non toccano o scendono oltre il profondo livello barriera fissato al 40% dallo strike. Se un solo titolo sottostante dovesse perdere oltre il 60%, il premio non verrà pagato. Ma i premi non pagati vengono persi definitivamente?

No, grazie all’effetto memoria dei premi trimestrali condizionati.

Effetto memoria dei premi trimestrali condizionati

Tutti i premi godono dell’opzione effetto memoria, ciò significa che se i livelli dei tre sottostanti superano il livello barriera in una qualsiasi data di osservazione trimestrale dei coupon, oltre ad essere pagato il premio trimestrale, vengono recuperati tutti i coupon non incassati in precedenza.

I premi potrebbero offrire all’investitore un rendimento cedolare per anno del 10%, al lordo delle imposte.

Scadenza anticipata

Il certificato vanta la possibilità di rimborso anticipato. Questa è possibile dal 17 luglio 2023 con effetto step down. Significa che il livello per ottenere il rimborso anticipato inizialmente è al 100% dello strike e poi decresce fino al 90%, rendendo quindi il rimborso del valore nominale del certificato più probabile. Anche in questo caso si otterrà il premio trimestrale ed eventuali premi non pagati.

Rimborso a scadenza

Nel caso in cui non si sia verificato l’evento di scadenza anticipata, il prodotto scade alla data naturale fissata a gennaio 2025. La barriera per il rimborso del capitale a scadenza è fissata al 50% dello strike.

Alla data di osservazione finale si possono verificare due scenari:

  • se i prezzi di chiusura di tutti i sottostanti sono al di sopra del livello barriera, l’investitore riceve il rimborso dato dalla somma del nominale di importo pari a 100 euro, il premio trimestrale in corso e quelli eventualmente mai distribuiti;
  • se uno dei sottostanti si trova sotto il livello barriera l’investitore subisce una perdita. La perdita corrisponde al prodotto tra il valore nominale e la performance del peggiore sottostante.

Qui di seguito i riferimenti e le distanze aggiornate del certificato.

Disclaimer:

Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza – nemmeno generica – o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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