A settembre arriva la turbo maxi-cedola del certificate sui campioni italiani

Piazza Affari si lascia alle spalle un mese di agosto che ha mostrato due facce: quella del ribasso nelle prime due settimane e mezzo e quella della netta ripresa da Ferragosto in poi. Il risultato finale è un calo di poco più del 2% che non intacca la bella performance dell’indice Ftse Mib dall’inizio dell’anno, con un guadagno vicino al 20%. Paradossalmente, il buon recupero del mercato azionario visto negli ultimi 15 giorni aumenta invece di ridurre l’incertezza su cosa succederà nei prossimi mesi.
Gli ultimi dati dicono che l’economia Usa rallenta, quindi per le Borse dovrebbe essere una buona notizia perché si allontana il rischio di nuovi rialzi dei tassi in Usa. Per contro, in Europa l’inflazione si mostra più resistente del previsto in Spagna e in Germania, un dato che potrebbe indurre la Banca centrale europea a un nuovo giro di vite sui tassi. Di fronte a dati diversi dalle rispettive aree geografiche, le due banche centrali più influenti del pianeta potrebbero adottare scelte differenti, interrompendo la sintonia con cui hanno agito negli ultimi mesi.
In questo scenario complesso, per l’investitore il primo obiettivo resta quello di ottenere un rendimento superiore all’inflazione, mantenendo una buona protezione verso i rischi di possibili turbolenze. Sono esattamente i due parametri su cui BNP Paribas ha costruito il certificate Maxi Cash Collect con codice ISIN XS2281831995. I sottostanti sono Banco BPM, StM e Tenaris, tre blue chip di grande qualità della Borsa italiana.
Con i suoi sottostanti appartenenti a tre diversi settori, il Maxi Cash Collect XS2281831995 appare un prodotto equilibrato, particolarmente adatto ad affrontare la prossima fase di incertezza dei mercati. Il prodotto ha una durata di tre anni. Lanciato a metà luglio 2023, si sta avvicinando a una scadenza fondamentale, quella del pagamento del maxi-premio incondizionato di 14 euro, pari al 14% del valore nominale (100 euro). Il pagamento avverrà il 19 settembre, essendo incondizionato ovviamente non c’è una data di osservazione.
I vantaggi del maxi-bonus del 14% che sarà pagato a settembre
Acquistare un Maxi Cash Collect che oggi quota sul mercato secondario allo stesso valore del prezzo di emissione (100 euro) e che ha ancora “in pancia” il maxi-bonus presenta alcuni vantaggi. Il primo è che la “cedolona” può essere utilizzata per compensare eventuali minusvalenze. Secondariamente, si apre la possibilità di aumentare notevolmente il rendimento del certificate se si creeranno le condizioni del rimborso anticipato, espressamente previsto dall’emittente.
Andiamo con ordine e riassumiamo brevemente le caratteristiche del prodotto.
Dopo avere pagato a settembre il maxi-premio incondizionato, il Cash Collect nei successivi due anni e 10 mesi staccherà con cadenza trimestrale 11 cedole da 0,80 euro l’una per un valore complessivo in tre anni di 22,8 euro, pari a un rendimento medio annuo del 7,6%, ben superiore all’inflazione.
I premi trimestrali saranno pagati a condizione che alle date di osservazione prestabilite venga rispettata una barriera molto profonda, al 50% del Valore iniziale (fixing) delle tre azioni. I premi godono dell’effetto memoria, per cui se a una certa scadenza la cedola non dovesse venire pagata, sarà corrisposta alla prima scadenza successiva in cui tutti e tre i sottostanti rispetteranno la barriera.
La stessa barriera costituisce una potente protezione a favore del capitale investito, che alla scadenza finale sarà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro) anche se le quotazioni dei sottostanti nel frattempo saranno scese. La protezione funziona fino a un ribasso massimo del 50% rispetto al fixing iniziale. Con questo meccanismo l’investitore rischia di perdere una parte del capitale soltanto se nel luglio 2026 uno dei sottostanti (o due, o tutti e tre) si sarà più che dimezzato.
Il rimborso anticipato fa salire il rendimento
L’investitore che acquista il Maxi Cash Collect XS2281831995 avrà la possibilità di beneficiare del rimborso anticipato, che dopo il pagamento della maxi-cedola significa aumentare il rendimento.
Vediamo i dettagli: chi compra oggi il certificate riceverà il prossimo 19 settembre il maxi-premio incondizionato da 14 euro e successivamente incasserà 11 bonus da 0,80 euro l’uno, per un totale di 22,8 euro. In tre anni avrà ottenuto un rendimento medio annuo del 7,6%, un rendimento consistente se si considera che l’investimento è protetto fino a una caduta delle quotazioni del 50%.
Rimborso anticipato fra tre mesi: rendimento al 59%
La prima data di osservazione che potrebbe fare scattare il rimborso anticipato è il 4 dicembre 2023, fra poco più di tre mesi. Successivamente l’autocall (rimborso anticipato) si potrà avere a tutte le successive date di osservazione, trimestre dopo trimestre. La condizione è che quel giorno le quotazioni di tutti e tre i sottostanti siano allo stesso livello, o al di sopra, dei Valori iniziali (fixing). Se dovesse succedere, l’investimento si chiuderà quel giorno stesso e l’investitore che avesse comprato oggi il certificate riceverebbe un premio trimestrale (quello di dicembre 2023) da aggiungere alla maxi-cedola, per un totale di 14,8 euro in tre mesi.
Rimborso anticipato fra 16 mesi: rendimento al 13,5%
Ipotizziamo che il rimborso anticipato scatti nel gennaio 2025, a metà della durata prevista del prodotto. L’investitore che acquista oggi il certificate si troverà ad avere incassato in 16 mesi cinque premi trimestrali da aggiungere alla maxi-cedola, per un totale di 18 euro. Il rendimento medio annuo sarà del 13,5%.
A questo punto l’interrogativo è: quali possibilità ci sono che si realizzi il rimborso anticipato? Per rispondere partiamo dalla tabella che riassume le cifre chiave del certificate con codice ISIN XS2281831995. I valori iniziali (Strike) sono i prezzi di chiusura del 17 luglio 2023. I target price sono quelli espressi dal consensus degli analisti elaborato da Market Screener.
Come mostra la tabella, in questo momento la performance negativa di STM non mette il certificate nella condizione di fare scattare l’autocall (rimborso anticipato). Come tutti i titoli tech, STM ha subito il flusso delle vendite nel mese di agosto, vendite determinate soprattutto dal desiderio di realizzare parte dei ricavi dopo le ottime performance del 2023. Pur tenendo conto del calo di agosto, dall’inizio dell’anno STM guadagna il 30%.
Il 27 luglio scorso STM ha pubblicato i risultati del secondo trimestre, chiuso con un utile per azione (EPS) di 1,06 dollari, inferiore alle stime di consensus di 1,10 dollari. Nonostante questa piccola battuta d'arresto, STM è riuscita comunque a raggiungere un margine netto del 25,3%. Nel trimestre i ricavi sono stati pari a 4,33 miliardi di dollari, leggermente inferiori alle aspettative degli analisti di 4,37 miliardi di dollari. Tuttavia, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, StMicroelectronics ha registrato una crescita dei ricavi del 12,7%.
Primo produttore di chip in Europa, STM ha un portafoglio prodotti molto equilibrato, fra automotive, industria, TLC e meccatronica. Da segnalare che StM è un importante fornitore di Apple e potrebbe avere vantaggi dall’eventuale rilancio delle vendite di iPhone, dopo tre trimestri deboli. Il 12 settembre Apple presenterà il nuovo iPhone 15.
Alla scadenza finale due possibili scenari
Alla scadenza finale del 17 luglio 2026, se il certificate non sarà stato rimborsato anticipatamente, si potranno verificare due ipotesi.
- Tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera (o allo stesso livello). Il certificate viene rimborsato a 100 euro (100% del Valore nominale) e l’investitore riceve l’ultimo premio.
- Anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso superiore al 50% rispetto al Valore iniziale, quindi è stata perforata la barriera. L’investitore non riceve l’ultimo premio e il certificate viene rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei tre sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore sia Tenaris con una discesa del 55% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato al 45% del Valore iniziale, cioè a 45 euro.
Tassi in calo? Cosa si aspettano i mercati
Negli ultimi giorni è arrivata una nutrita serie di dati macroeconomici che, messi insieme, delineano un quadro in cui prevalgono i segnali di rallentamento dell’economia americana. Innanzitutto il Pil degli Stati Uniti è cresciuto nel secondo trimestre del 2,1%, meno del 2,4% previsto in media dagli economisti. Il rallentamento si spiega in parte con la debolezza dei consumi, saliti dell’1,7% quando le stime puntavano a una crescita dell’1,8%. Inoltre, gli ultimi dati mostrano un indebolimento del mercato del lavoro Usa, con la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato che ad agosto si è dimezzata rispetto al mese precedente.
Non necessariamente un rallentamento dell’economia USA dovrà comportare una fase di calo dei mercati azionari, che invece nel medio periodo potranno trarre beneficio dalla prevedibile discesa dei tassi. Infatti, è facile prevedere che di fronte ai buoni dati sull’inflazione e al crescente rischio di rallentamento economico, la Fed allenterà la morsa dei tassi di interesse, con benefici per i titoli del settore tech (come StM) o di settori che dipendono in modo massiccio dal flusso degli investimenti (Tenaris).
Disclaimer:
Il Certificate è soggetto ad un livello di rischio pari a 5 su una scala da 1 a 7. L’investimento in questa tipologia di Certificate espone il risparmiatore al rischio default dell’emittente. Tutti i rendimenti espressi sono al lordo delle imposte.
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