SETTORE UTILITY - Cingolani sul caro-energia: “da misure risparmi potenziali per circa 10 miliardi”

FATTO
L'indice Stoxx del settore Utility europeo è poco mosso in sintonia con l'indice Stoxx principale.

Da inizio anno ha perso il 2,90%, leggermente peggio del -1,60% perso dallo Stoxx globale. 

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato ieri in audizione che all’attenzione del Governo ci sono una serie di misure in grado di limitare il caro-energia per circa 10 mld di euro annui. Misure che, almeno in parte, dovrebbero essere oggetto del Cdm di giovedì, sebbene non si escludano rinvii. Gli interventi allo studio sono i seguenti:

1) 3.0 mld: dalla cartolarizzazione degli oneri generali di sistema legati principalmente agli incentivi per le rinnovabili (componente Asos in bolletta, pari a circa 11 mld). L’idea è di “spostare tali oneri a 5/10 anni, con diverse soluzioni da discutere col Mef”. Risparmio stimato “di circa Eu3.0bn da recuperare tra circa 10 anni con un piccolo interesse”.

2) 1.5 mld: dai proventi delle aste CO2 (con il prezzo in evoluzione la stima è provvisoria). Circa la metà è di competenza del Mite che “ha già deciso” di utilizzarle a tale scopo, mentre il Mef “sta valutando”.

3) 1.5 mld: dagli incentivi fissi al FV (conto energia) che pesano per circa 6 mld annui. Due le opzioni: “rivedere i contratti ancorandoli ai prezzi ante crisi con eventuale allungamento del periodo incentivato” oppure far sì che i soggetti incentivati “siano portati a vendere l’energia al Gse scegliendo tra pacchetti a lungo termine (3, 5 o 10 anni) a prezzi fissi trasformando il meccanismo del ritiro dedicato da pronti a termine”. La stima del risparmio è di 1.5 mld sulla componente Asos (sulla base di un prezzo di 140 eu/MWh).

4) 1.0-2.0 mld: dagli extra profitti sull’idroelettrico: Cingolani ha menzionato “i grandi impianti idroelettrici non incentivati” che “non hanno contratti long term” per la cessione dell’energia. “Qui si possono fare diverse cose che però devono passare sotto una serie di vagli, anche di natura legale”. L’ipotesi è di “estrarre su circa 20 TWh (50% della produzione nazionale idro) tutto il margine sopra un prezzo di equa remunerazione che si può fissare a 50 euro/MWh, ma su questo si può trattare”. Il risparmio atteso è “tra 1 e 2 mld annui”.

5) 1.5 mld: da rafforzamento degli strumenti long-term per le rinnovabili”. Cingolani ha ricordato che il 20 dicembre il GME ha avviato la consultazione sulla bacheca PPA, “primo passo per la futura piattaforma”. Il risparmio può arrivare “sino a 1.5 mld”.

Da concordare invece con Bruxelles la possibile riforma del market design elettrico, con il superamento del system marginal price, volto a trasferire ai consumatori il minor costo delle Rinnovabili. L’ipotesi, ha spiegato Cingolani, è quella di “un mercato spot a prezzo marginale solo come aggiustamento, nel quale rientrerebbero solo gli impianti a gas”.

Ultimo tema è quello dell’aumento del gas nazionale prodotto. Per questo, ha sottolineato il ministro “ci vuole un po' di tempo e l’impresa deve valere la spesa”. Si tratterebbe comunque di una misura transitoria (“solo per 1-2 anni”).

Commento

I 4.5 mld totali provenienti dalla cartolarizzazione degli oneri di sistema sulle bollette e dalle aste ETS chiaramente non hanno alcun impatto sulle aziende. I potenziali 1.5 mld derivanti dalla riduzione degli incentivi sul fotovoltaico non hanno quasi alcun impatto sulle Utilities quotate (porzione molto marginale di asset fotovoltaici gestiti in Conto Energia). Più complessa la valutazione sulle misure proposte sull’idroelettrico, tenuto conto delle vendite forward a prezzi nettamente più bassi rispetto a quelli spot (Enel ha venduto il 100% della produzione 2022 a 60.9 eu/MWh e circa il 40% del 2023 a 70.7 eu/MWh). 

Sul tema idroelettrico Salvini ha proposto un ‘contributo’ a fronte del potenziale allungamento delle concessioni. Le società esposte all’idroelettrico sono principalmente Enel, A2A e Iren . In merito all’ultimo punto, lo sblocco del mercato dei PPA è positivo per le società del settore. Ancora prematuro stimare gli impatti quantitativi sui singoli titoli, ma nel complesso ritemiamo positive le proposte di Cingolani, in quanto escludono tasse indiscriminate sul settore e dovrebbero contribuire a ridurre il rischio regolatorio. Positiva per Erg in particolare l’esclusione dell’eolico dal tema degli extra profitti.

Sotto il profilo dei fondamentali, siamo di fronte a uno dei settori con i multipli più attraenti: il P/E medio del settore Stoxx Utility stimato dagli analisti raccolti da Bloomberg è intorno a 19,80x. Al contrario, il ritorno previsto in termini di dividendo è tra i più elevati: Dividend/Yield 4,40%. 

EFFETTO
Quadro grafico settore Utility europeo. 

L'indice Stoxx Utility (oggi 393 punti) è tra i pochi a non essere ancora riuscito a tornare sopra i livelli del marzo 2020 (pre-pandemia). Il primo importante ostacolo è collocato nella fascia 400-418 punti, sotto attacco nelle ultime settimane. Oltre tale livello si punterà al record storico del 2007 in area 563 punti (upside potenziale +50%). 

Il movimento di questi giorni è da seguire con attenzione perchè ha confermato la violazione della trendline indicata nell'immagine allegata, che unisce i massimi decrescenti a partire dal picco pre-pandemia del marzo 2020. 

Verso il basso, la soglia discriminante è in area 360 punti, a ridosso della media mobile evidenziata in verde, che non a caso ha frenato la discesa e ha avviato una reazione. 

Operatività. Manteniamo una visione positiva sul settore, anche in virtù della elevata remunerazione sotto il profilo dei dividendi. Si suggerisce pertanto di sfruttare la debolezza attuale per acquistare utility europee in ottica di diversificazione. Scattati gli incrementi alla prima chiusura sopra 380 punti. Target di breve verso 420 punti. Stop loss prudenziale in caso di discesa sotto 355 punti.


Chi vuole investire sul settore Utility europeo con la massima diversificazione ha a disposizione una serie di strumenti. 

Nel seguente ETF, le Utility italiane rappresentano il 20% del totale. Al primo posto la Spagna con il 22%:

SPDR MSCI Europe Utilities UCITS
Isin IE00BKWQ0P07 

Da inizio anno -2,40%
Obiettivo dell'ETF è la replica dell'indice MSCI Europe Utilities, che raggruppa i principali protagonisti europei del settore, comprensivo del reinvestimento del dividendo. Ciò consente di amplificare la performance da inizio anno a un livello superiore a quello registrato dall'indice corrispondente. Commissioni totali annue 0,30%. Nella tabella di seguito i primi dieci titoli, tra cui compare al secondo posto la nostra Enel. Leggi il documento KID.



www.websim.it