MERCATO DEL LAVORO TROPPO FORTE, WALLSTREET ARRETRA

La borsa degli Stati Uniti scende, ma molto meno delle indicazioni fornite nel preborsa. I listini sono zavorrati dai dati sorprendentemente robusti relativi al mercato del lavoro. Nasdaq -0,8% (da -2% in preapertura). S&P500 0,4%.

Archiviato il meeting della Fed, con un rialzo dei tassi da 25 punti base, l'attenzione del mercato si è spostata sui dati di gennaio relativi al mercato del lavoro Usa, tra i principali indicatori cui Federal Reserve guarda per aggiustare il costo del denaro.

In gennaio i nuovi posti di lavoro sono cresciuti a 517mila, da 260mila (rivisto) precedente, contro stime di un calo a 188.000. 

La disoccupazione è scesa leggermente a 3,4% da 3,5% precedente. Le stime indicavano un peggioramento a 3,6%. Si tratta del livello più basso da 53 anni.

La crescita del salario media è stata del +4,4%, era stimata +4,3%, da +4,6% di dicembre. 

"Questi dati smentiscono la narrativa delle banche centrali e soprattutto le aspettative dei mercati. Il mondo del lavoro statunitense si conferma forte, molto forte, nonostante le mosse restrittive della Federal Reserve. La crescita dei salari si mostra consistente e porterà ulteriori pressioni inflazionistiche. Le banche centrali, e in particolare la Federal Reserve, dovrà fare ulteriori sforzi per riportare l'inflazione verso l'obiettivo del 2%. Uno o due rialzi di 25 punti base potrebbero non bastare", commenta Filippo Diodovich, senior strategist di IG.

E' in linea con le previsioni l'indice PMI Servizi di S&P Global.

Le borse dell’Europa peggiorano.

FtseMib -1%, zavorrato da Intesa Sanpaolo , in calo del -3%, malgrado la robusta trimestrale. I ricavi complessivi del quarto trimestre sono stati pari a 5,67 miliardi di euro, circa duecento milioni sopra il consensus. Utile operativo a 2,54 miliardi, contro i 2,2 miliardi stimati dagli analisti. La società conferma i piani di remunerazione dei soci e prevede quest'anno un margine operativo molto più alto di quello del 2022.

Indice Eurostoxx 50 -0,3%. Dax di Francoforte -0,7%. 

Tra i settori più penalizzati ci sono Banche, Utility, Real Estate e Servizi Finanziari.

Titoli Wall Street

Apple +0,4%, dal -3% del pre market, chiude il primo trimestre dell'esercizio fiscale con ricavi in calo a 117,15 miliardi di dollari, sotto le attese degli analisti che scommettevano su 121,14 miliardi. L'utile cala a 29,99 miliardi, o 1,88 dollari per azione, sotto le attese degli analisti.

Amazon -4%, ha terminato il quarto trimestre con ricavi in aumento del 9% a 149,2 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti. L'utile netto e' calato a 0,3 miliardi rispetto ai 14,3 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Il 2022 si e' chiuso con un rosso di 2,7 miliardi a fronte di un utile di 33,4 miliardi del 2021. Amazon stima ricavi fra i 121 e i 126 miliardi per il primo trimestre.

Alphabet -4%, la holding a cui fa capo Google, chiude il quarto trimestre con ricavi per 76,05 miliardi di dollari, sotto le attese degli analisti, che scommettevano su 76,15 miliardi. L'utile per azione e' risultato pari a 1,05 dollari.

Ford -8%. Il quarto trimestre 2022 registra ricavi pari a 44,0 miliardi, sopra i 41,3 miliardi stimati dal consensus. L'Ebit adjusted è stato pari a 2,6 miliardi, contro i 3,45 miliardi attesi dagli analisti. L'Eps adjusted è pari a 51 centesimi rispetto ai 62 centesimi previsti dal consensus. Per il 2023, il management prevede un Ebit adjusted tra i 9 gli 11 miliardi rispetto ai 9,94 miliardi attesi dagli analisti. Ricavi visti in rialzo dell’1,5%.

Qualcomm -1%. Il gruppo dei semiconduttori ha chiuso il suo primo trimestre fiscale con ricavi pari a 9,46 miliardi di dollari, -12% su base annua, rispetto ai 9,60 miliardi attesi dagli analisti. Gli utili per azione rettificati ammontano 2,37 dollari, gli analisti prevedevano 2,34 dollari. 

Macrovariabili

Risale la tensione sui bond governativi. Treasury Note a dieci anni a 3,49%, +10 punti base. BTP decennale a 4,02%, +11 punti base.

L’euro dollaro scende a 1,0860, -0,5%, nella prospettiva di una traiettoria più forte del costo del denaro negli USA. 

Oro -1,3% a 1.885 dollari, per la ragione opposta a quella che rafforza il dollaro. 

Petrolio Brent e WTI +1%

Gas Naturale USA +1,5%. Gas Naturale UE +1,6% a 58 euro per mwh.

Bitcoin a 23.500 dollari, +0,4%.

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