Clean Energy per ricaricare il portafoglio: maxi premio incondizionato e barriera a scadenza al 50%

Comunicazione di marketing

Nel mondo degli investimenti il timing è tutto e la scelta di Societe Generale di lanciare dei Cash Collect Maxi Coupon con prima cedola incondizionata (tra il 10 e il 12%) su basket tematici di azioni lo dimostra. E questo è vero non solo per il tipo di struttura molto richiesta in questa fase dell’anno ma anche e soprattutto per i basket messi a disposizione degli investitori. Tra questi, in particolare, spicca il certificato ISIN XS2347868577 su Clean Energy. Tre i titoli del basket, Plug Power, Sunrun e Nordex su cui ci concentriamo in questo articolo e che sono rappresentativi di un megatrend che ha brillato nel 2020 e sofferto nel 2021 ma che, a nostro avviso, potrebbe nuovamente recuperare forza e interesse. Plug Power è infatti una società leader nel settore idrogeno, Sunrun nel solare e Nordex nell’eolico. Vediamo di capire allora perché puntare sul Clean Energy e perché farlo proprio con dei Maxi Coupon.

Rischio Stagflazione: banche centrali messe a dura prova

Come sempre contestualizziamo la scelta della soluzione d’investimento nell’attuale congiuntura di mercato: il rischio purtroppo è quello della stagflazione. A richiamarlo anche il Financial Times la scorsa settimana. Stagflazione, lo ricordiamo, indica una fase economica in cui le pressioni inflazionistiche rimangono alte ma la crescita è stagnante. Ci troveremmo così di fronte, rileva il Financial Times, ad una situazione che riflette quella che si registrò all'indomani della seconda guerra mondiale. Situazione con cui i banchieri centrali dovranno confrontarsi tenendo d'occhio contemporaneamente i dati economici, i rapporti qualitativi sulle catene di approvvigionamento e i sondaggi sulle aspettative di inflazione. Errori non sono permessi perché costerebbero tanto all’economie mondiali ancora deboli dopo la crisi covid e i banchieri centrali lo sanno bene.

Relativamente all’inflazione le ultime notizie arrivano ancora una volta dalla Cina e non sono buone. Continua il surriscaldamento delle commodity con l’alluminio e rame in forte rialzo e questo anche a seguito di alcune decisioni della Cina che hanno consentito da venerdì scorso un aumento del 20% dell’energia elettrica. Elemento che si ripercuote sulle società delle materie prime energivore per eccellenza. Una decisione che porterà i produttori a ridurre l’offerta, incendiando ulteriormente i prezzi delle materie prime. La Cina in questo modo sta di fatto esportando inflazione contribuendo anche al rialzo delle commodity industriali e non più solo di quelle energetiche (vedi grafico su Bloomberg Commodity Index).

Da notare però che a fronte di un forte rialzo delle materie prime non si sta verificando un altrettanto importante rialzo dei rendimenti dei Titoli di Stato. Da un mese circa si sta assistendo ad uno steepening (maggiore inclinazione) della curva dei tassi che però è molto contenuto rispetto alla velocità con cui salgono i prezzi. Questo proprio perché la parte a lungo della curva rispecchia attese di indebolimento dell’economia reale nei prossimi trimestri.

Per ora per fortuna più che di stagflazione è corretto parlare di “slowflation”: più che una caduta del reddito e dell’occupazione abbiamo un rallentamento ma il rischio che si trasformi in una stagflazione c’è e potrebbe verificarsi nel primo trimestre 2022 se la domanda cederà sotto i colpi dei prezzi. Chiaro dunque la difficile partita che dovranno giocare le banche centrali. Queste sono di fronte ad un dilemma, cosa fare in questo contesto? La soluzione della banca centrale della Corea del Sud è stata quella di non fare il rialzo dei tassi programmato per questi giorni, per prendere tempo e cercare di capire l’effetto del rialzo fatto ad agosto. È infatti molto complesso curare la stagflazione con gli strumenti a disposizione oggi dalle banche centrali. Queste sono attrezzate soprattutto per contrastare uno shock della domanda ma qui il colpo è arrivato dal lato dell’offerta. Questo è uno dei motivi per cui se il rallentamento diventerà più marcato nei prossimi trimestri le banche centrali dovranno rallentare nel processo di tapering e con molta probabilità serviranno nuovi stimoli. Tutto sommato non uno scenario negativo per i mercati azionari.

Maxi premio incondizionato del 12% e barriera profonda al 50%

Poche dunque le certezze in questa fase e lo si vede bene dalla mancanza di direzionalità del mercato, con gli operatori pronti a intercettare qualsiasi dato utile per decidere cosa fare. Il contesto ideale per investire con i certificati che permettono di prendere posizione su determinati temi d’investimento con la protezione condizionata del capitale a scadenza. Da una parte dunque forniscono rendimento tramite i pagamenti periodici, lì dove il mercato obbligazionario purtroppo è stato sterilizzato dalle banche centrali, dall’altra proteggono fino ad un certo limite (livello barriera) il capitale.

In questo contesto potrebbe dunque essere interessante l’investimento tramite certificato sul comparto Clean Energy. Il settore infatti ha fatto molto bene nel 2020 (con un guadagno circa del 300% del S&P Global Clean Energy Index) per poi correggere fisiologicamente ed entrare in una fase di mercato laterale. Effettivamente uno scenario di debolezza dell’economia globale potrebbe favorire questo comparto, su cui non si potrà smettere d’investire, visto i target ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2 intrapresi a livello globale. Questo proprio perché se le banche centrali saranno costrette a rimanere accomodanti, probabilmente i settori azionari rimasti indietro saranno quelli più comprati, e tra questi sicuramente rientrano anche i titoli del Clean Energy che, tra l’altro, quotano a prezzi attualmente interessanti.

Tutto ciò è ancora più chiaro se consideriamo che il certificato di Societe Generale vanta una barriera al 50% dai prezzi attuali dei sottostanti. Il certificato ISIN XS2347868577 su Plug Power, Sunrun e Nordex evidenzia anche un basket su titoli con fondamentali solidi, secondo quanto rilevato dal consensus Bloomberg e che vi riproponiamo in tabella.

Di fatto il certificato permette di prendere posizione su un megatrend che potrebbe ricevere nei prossimi mesi un boost importante, proteggendo contemporaneamente il capitale da eventuali ulteriori spike di volatilità. Ma come funziona il certificato?

Iniziamo dal maxi premio incondizionato. Questo significa che il 14 dicembre 2021 il certificato pagherà 12 euro a certificato qualsiasi cosa succeda ai sottostanti del basket. Successivamente pagherà su base bimestrale dei premi condizionati lordi dello 0,9% con effetto memoria. Per ottenere i premi sarà necessario che tutti e tre i sottostanti quotino ad un prezzo maggiore o uguale del livello barriera (50% dello strike) nelle date di valutazioni che sono bimestrali (ogni due mesi). L’effetto memoria però permette di recuperare eventuali premi persi nelle successive date di valutazione. Dalla sesta osservazione bimestrale (ottobre 2022), il certificato potrà essere liquidato anticipatamente al 100% del Valore Nominale (100€) oltre al premio con effetto memoria. Questa condizione si verifica qualora tutte e tre la azioni chiudano ad un prezzo pari o superiore al loro Strike iniziale. A scadenza (ottobre 2024), in assenza di rimborso anticipato, se il peggiore tra i sottostanti quota sopra la barriera, il certificato rimborsa il 100% del nominale più l’ultimo premio ed eventuali premi non pagati in precedenza. Al contrario, si avrà una perdita sul capitale commisurata alla peggiore delle performance finali dei titoli del paniere (calcolata rispetto al proprio strike), con conseguente perdita di capitale.

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Il presente articolo è stato redatto da Intermonte SIM (tramite le proprie divisioni Websim e/o Intermonte T.I.E.).

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