CIVITANAVI SYSTEMS - Fermi tutti! I maghi del movimento sono in borsa

E' +38,6% il tasso di crescita di Civitanavi Systems nel triennio in corso, si tratta già di un numero eccezionale, ma è solo l’inizio, perché a partire dall’anno prossimo si accelera fino a sfiorare una crescita composta media annua del +50%.

Le cifre dell’espansione sono da capogiro, ma così come le apparecchiature dell’azienda nata nel 2012 impediscono i capogiri, così, basta guardare al portafoglio ordini, al tasso di crescita dei primi dieci anni (60%), alla forte domanda di sistemi di navigazione inerziali per stabilizzarsi e rendersi conto che le previsioni sono basate su ragionevoli assunzioni.

A fronte di ricavi 2021 indicati dalla società nell’ordine dei 25 milioni di euro, la parte più solida del portafoglio ordini, quella su cui le probabilità di conversione in ricavi sono del 100%, era a settembre a 23 milioni di euro.

Ma alla stessa data ci sono poco più di mezzo miliardo di euro di opzioni o estensioni su contratti in essere: su questo aggregato le previsioni di conversione sono almeno del 50%.

Anche volendo essere prudenti, il backlog reale dovrebbe essere dieci volte più alto di quello formale.

La società co-fondata dal ceo Andrea Pizzarulli e dal vice presidente esecutivo Mike Perlmutter dovrebbe arrivare al 2024 intorno a quota 80 milioni di euro (range 78-86 milioni), il doppio del risultato del 2022, cinque volte le dimensioni del 2019.

Gli sbalorditivi tassi di crescita sono giustificati da una domanda in crescente espansione soprattutto nella parte industriale: il mercato di riferimento è stimato arrivare a 3,8 miliardi di euro nel 2025, da 2,8 miliardi del 2020.

Tirano molto, anche a seguito dell’affrancamento dell’Europa dalla tutela tecnologica e diplomatica degli Stati Uniti, le soluzioni non subordinate alla normativa  International Traffic in Arms Regulations, o ITAR, relativa al traffico di armi o componenti strategici.

I soggetti che installano sistemi inerziali made in Usa sui loro veicoli, se vogliono poi vendere ad altri paesi, devono chiedere il permesso al Bureau of Industry and Security di Washington. “L’inapplicabilità dei vincoli ITAR rappresenta un notevole vantaggio competitivo consentendo all’Emittente la possibilità di commercializzare i propri prodotti a livello globale senza dover preventivamente acquisire autorizzazioni da parte delle autorità statunitensi, il cui rilascio richiede di norma tempi medi nell’ordine di 12-24 mesi”, si legge nel prospetto informativo.

La possibilità di non sottostare ai vincoli posti dal Pentagono è una delle ragioni che hanno spinto il consorzio di aziende del caccia bombardiere Tempest a scegliere il sistema di Civitanavi Systems: il contratto arrivato da BAE Systems potrebbe valere, da solo, fino a 500 milioni di euro.   

Ma non ci sono solo queste complessità da ministeri esteri, c’è anche un argomento più semplice, i costi. Civitanavi Systems fa tutto a prezzi moderati perché prende materiali a prezzi relativamente moderati e riesce ad assemblarli, grazie alla sapienza dei suoi 123 tecnici, in strumenti ultrasofisticati.

Ne consegue un livello di redditività molto alto, l’Ebitda margin è indicato stabilmente sopra il 30% nei prossimi anni. 

Gli investimenti in innovazione possono quindi essere tenuti su livelli relativamente bassi: la spesa in conto capitale, pari al 18% dei ricavi nel 2018, anno di picco, è scesa fino al 4% nel 2020. 

Grazie 23 milioni in arrivo dall’Ipo, la società con sede a Pedaso (Fermo) si doterà della struttura industriale necessaria alla sfida della crescita che l’aspetta a breve. Lo sbarco in borsa dovrebbe quindi agevolare l’esecuzione di un progetto di crescita che sulla carta ha tutti i numeri per arrivare alla meta.

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