BORSE EMERGENTI - Sui minimi da due anni: alle economie emergenti servono nuovi motori per crescere

L'indice MSCI Emerging Markets ha toccato a inizio settimana il livello più basso degli ultimi due anni, ampliando la performance negativa da inizio anno a -21,3%. Solo la forza del dollaro fa sì che la perdita di riduca all'11% circa per un investitore in Euro.

Su questi livelli il 2022 sarebbe l'anno peggiore dal 2008, l'anno dello scoppio della crisi subprime. 

Sul fronte macro, nel corso del 2022 la differenza di crescita tra le economie emergenti e quelle avanzate dovrebbe ridursi al livello più basso in questo secolo. Le previsioni suggeriscono che i paesi in via di sviluppo cresceranno circa mezzo punto percentuale in più rispetto alle economie avanzate, ponendo fine a un periodo di due decenni durante il quale i mercati emergenti sono cresciuti costantemente molto più velocemente delle loro controparti "ricche".

Prima degli anni '90, era insolito che i mercati emergenti crescessero costantemente più delle loro controparti ricche. Dal 1945 al 1995 meno di un terzo delle economie in via di sviluppo è cresciuto più velocemente delle economie sviluppate. I periodi di crescita esplosiva dei mercati emergenti durante ogni ciclo sono stati spesso invertiti nel successivo. Alla fine degli anni '90, le cose sono cambiate. A partire dall'inizio del terzo millennio, i mercati emergenti hanno infatti vissuto un periodo di rapida crescita che, se mantenuta, avrebbe fatto convergere i loro livelli di ricchezza verso quelli delle economie avanzate nell'arco di un'unica generazione.

Sfortunatamente, però, sembra che l'era della rapida crescita dei mercati emergenti sia finita. Ora, molte delle economie meno sviluppate del mondo rischiano di essere espulse da questo processo di convergenza economica a causa di una combinazione di fattori: conflitti commerciali, pandemia globale, interruzioni della catena di approvvigionamento, aumento dei tassi di interesse e guerra in Ucraina. 

Secondo alcuni analisti, la persistenza di questi fattori potrebbe non solo arrestare il rapido sviluppo registrato nel periodo 2000-2020, ma anche invertirla negli anni dal 2020 al 2030. 

Composizione MSCI Emerging Markets. L'indice MSCI Emerging Markets comprende in totale 24 Paesi: Arabia Saudita, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Grecia, Ungheria, India, Indonesia, Corea del Sud, Malaysia, Messico, Pakistan, Perù, Filippine, Polonia, Qatar, Sud Africa, Taiwan, Thailandia, Turchia, Emirati Arabi Uniti.

Nell'ultima revisione operata circa un mese fa, sono uscite dall'indice Argentina e Russia. 

La Borsa cinese ha il peso specifico maggiore con un'incidenza del 35,40% circa, Taiwan al 14,50%. India al 12,70%.  

 

Valutazioni Fondamentali. Secondo le stime aggiornate raccolte da Bloomberg, l'indice MSCI Emerging Markets presenta un P/E medio di 10,60x e un Dividend Yield medio di 3,10%. L'MSCI World presenta un P/E medio di 16,50x e un Dividend Yield medio di 2,20%. 

Tutti i principali settori sono equamente rappresentati con circa 1.400 società quotate. Il 55% circa è composto da Tech (22,67%), Finanziari (19,40%), Consumer Discretionary (13,50%). 

Tra le società con il maggior peso specifico ci sono: Taiwan Semiconductor, Tencent, Samsung Electronics, Alibaba. 

 

Quadro grafico. L'indice MSCI Emerging Markets (970,4 punti) ha toccato il suo picco record nel 2021 in area 1.444 punti prima di avviare l'ampia correzione, tuttora in corso, che ha spinto i valori sui minimi da Giugno 2020 al di sotto della soglia discriminante dei 1.000 punti. La perdita da massimo a minimo oscilla intorno al -33%.

Si tenga presente che l'impostazione di lungo periodo è ancora rialzista, anche se sono evidenti persistenti segnali di debolezza, che potrebbero riportare l'indice sui minimi toccati nel marzo 2020 (758 punti) in occasione dello scoppio della pandemia. 

Primi segnali di riequilibrio arriverebbero con la risalita oltre i 1.000/1.030 punti, mentre nuovi segnali di spinta arriverebbero con il ritorno sopra 1.150 punti.

Operatività. Il quadro grafico di breve è molto incerto. Per trading è opportuno attendere il ritorno sopra 1.000 punti per intervenire in acquisto in tendenza. Altrimenti, è preferibile attendere discese verso area 900 punti per comprare sulla debolezza, ovvero a ridosso della trendline crescente di lungo periodo sotto evidenziata. 

  

Per puntare sulle prospettive di crescita degli Emergenti si possono utilizzare i tre seguenti strumenti, il primo è più speculativo e da utilizzare in spazi temporali più brevi: 

WisdomTree Emerging Markets 3x Leverage Daily (EUR) 
Isin: IE00BYTYHN28 
Da inizio 2022: -48%
L’ETP offre un rendimento complessivo costituito da una performance giornaliera tripla (3x) rispetto all’andamento dell’indice Emerging Equities Rolling Futures Index, che replica i contratti future Front Quarter e Second Quarter del mini MSCI Emerging Markets Index, più il reddito da interessi maturato sull’importo collateralizzato. Per esempio se l'indice aumentasse del 1%, l'ETP aumenterebbe del 3% escludendo le commissioni. Se l'indice scendesse del 1% l'ETP scenderebbe del 3% escludendo le commissioni. Questo ETP si rivolge quindi a chi ha una visione fortemente rialzista sulle principali Borse emergenti. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue da prospetto. Leggi il documento KID.

SPDR - MSCI Emerging Markets Ucits (Eur)
Isin: IE00B469F816
Da inizio 2022: -10,50%
L'ETF mira a replicare la performance dell'indice MSCI Emerging Markets il più fedelmente possibile. La valuta di riferimento è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici e non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue 0,42%. Leggi il documento KID.

SPDR - S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats Ucits 
Isin: IE00B6YX5B26 
Da inizio anno: -2,70%
L'ETF mira a replicare l'andamento dell'indice S&P Emerging Markets High Yeld Dividend Aristocrat NR USD ovvero riprodurre il rendimento dei titoli ad alto rendimento nei mercati azionari dei paesi emergenti. La valuta di denominazione è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici. Commissioni totali annue 0,55%. Dividendo semestrale. Yield circa 4,30% su base annua. Leggi il documento KID.  La tabella seguente illustra l'elenco delle principali azioni presenti nell'ETF.

 

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