BORSE EMERGENTI +14,60% a novembre, è stato il mese migliore dal maggio 2009

L'indice MSCI Emerging Markets ha portato a termine il miglior mese degli ultimi tredici anni con un balzo del +14,60%. 

Lo scorso 25 ottobre aveva fatto segnare il livello più basso dall'aprile di due anni fa. La performance da inizio 2022 resta in rosso a -21%. 

Le aperture del numero uno della FED, Jerome Powell, verso un rallentamento del ritmo di aumento del costo del denaro, a partire già da dicembre, e la rimozione delle restrizioni Covid in Cina, potrebbero essere due potenti catalizzatori rialzisti per il mercato emergente. 

Gli ultimi numeri del CPI statunitense e il cambio di tono della FED hanno rappresentato un punto di svolta psicologico determinante per il mercato.

L'aspettativa di un profilo di tassi di interesse più basso avvantaggia in particolare le classi di attività che più hanno sofferto lo strapotere del dollaro nei primi mesi di quest'anno. Tra queste ci sono proprio le borse emergenti. 

Le azioni dei mercati emergenti (EM) hanno registrato un discreto interesse nel corso del mese di novembre, raccogliendo oltre 400 milioni di dollari.

All'estremo opposto dello spettro, con una certa sorpresa, c'è stata la vendita netta del debito dei mercati emergenti (bond). A prima vista ciò contrasta con la maggiore propensione al rischio dei mercati, ma molto è stato determinato dai deflussi dalle obbligazioni cinesi. Ciò ha più senso perchè la PBoC è stata una delle poche banche centrali in modalità di allentamento dei tassi, a causa della pandemia che ha costretto le autorità monetarie a sostenere l'economia in difficoltà. 

Composizione MSCI Emerging Markets. L'indice MSCI Emerging Markets comprende in totale 24 Paesi: Arabia Saudita, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Grecia, Ungheria, India, Indonesia, Corea del Sud, Malaysia, Messico, Pakistan, Perù, Filippine, Polonia, Qatar, Sud Africa, Taiwan, Thailandia, Turchia, Emirati Arabi Uniti. Nell'ultima revisione sono uscite dall'indice Argentina e Russia. La Borsa cinese ha il peso specifico maggiore con un'incidenza del 26,89% circa, Taiwan al 13,52%. India al 16,21%.  

 

Valutazioni Fondamentali. Secondo le stime aggiornate raccolte da Bloomberg, l'indice MSCI Emerging Markets presenta un P/E medio di poco inferiore a 11,0x e un Dividend Yield medio di 3,20%. Tutti i principali settori sono equamente rappresentati con circa 1.400 società quotate. Il 55% circa è composto da Tech (22,67%), Finanziari (19,40%), Consumer Discretionary (13,50%). 

Tra le società con il maggior peso specifico ci sono: Taiwan Semiconductor, Tencent, Samsung Electronics, Alibaba. 

 

Quadro grafico. L'indice MSCI Emerging Markets (972,28 punti) ha toccato il suo picco record nel 2021 in area 1.444 punti prima di avviare l'ampia correzione, tuttora in corso, che ha spinto i valori ben al di sotto della soglia discriminante dei 1.000 punti. La perdita da massimo a minimo è arrivata a oltre un terzo. Si tenga presente, però, che l'impostazione di lungo periodo è ancora rialzista. 

La bella reazione (+17% in un mese e mezzo) è partita una volta avvicinata la trendline che sorregge il movimento rialzista di lungo periodo. E' ancora presto per "cantare vittoria". I primi segnali di riequilibrio arriverebbero infatti con la risalita stabile oltre i 1.000 punti, mentre nuovi segnali di spinta arriverebbero con il ritorno sopra 1.150 punti.

Operatività. Riteniamo corretto sfruttare l'avvicinamento della trendline crescente sotto evidenziata (che oggi transita intorno agli 880/850 punti) per comprare sulla debolezza in ottica di lungo periodo. Pronti a incrementare alla prima chiusura sopra 1.000 punti. Peggioramento del quadro di fondo ed eventuale stop loss in caso di cedimento di area 760 punti.

  

Per puntare sulle prospettive di crescita degli Emergenti si possono utilizzare i tre seguenti strumenti, il primo è più speculativo e da utilizzare in spazi temporali brevi: 

WisdomTree Emerging Markets 3x Leverage Daily (EUR) 
Isin: IE00BYTYHN28 
Nell'ultimo mese: +40%
Da inizio 2022: -52%
L’ETP offre un rendimento complessivo costituito da una performance giornaliera tripla (3x) rispetto all’andamento dell’indice Emerging Equities Rolling Futures Index, che replica i contratti future Front Quarter e Second Quarter del mini MSCI Emerging Markets Index, più il reddito da interessi maturato sull’importo collateralizzato. Per esempio se l'indice aumentasse del 1%, l'ETP aumenterebbe del 3% escludendo le commissioni. Se l'indice scendesse del 1% l'ETP scenderebbe del 3% escludendo le commissioni. Questo ETP si rivolge quindi a chi ha una visione fortemente rialzista sulle principali Borse emergenti. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue da prospetto. Leggi il documento KID.

SPDR - MSCI Emerging Markets Ucits (Eur)
Isin: IE00B469F816
Nell'ultimo mese: +10%
Da inizio 2022: -11,0%
L'ETF mira a replicare la performance dell'indice MSCI Emerging Markets il più fedelmente possibile. La valuta di riferimento è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici e non distribuisce dividendi. Valuta di denominazione Dollaro Usa. Commissioni totali annue 0,42%. Leggi il documento KID.

SPDR - S&P Emerging Markets Dividend Aristocrats Ucits 
Isin: IE00B6YX5B26 
Nell'ultimo mese: +14%
Da inizio anno: -1,30%
L'ETF mira a replicare l'andamento dell'indice S&P Emerging Markets High Yeld Dividend Aristocrat NR USD ovvero riprodurre il rendimento dei titoli ad alto rendimento nei mercati azionari dei paesi emergenti. La valuta di denominazione è il dollaro USA per cui risente delle oscillazioni del cross Eu/Usd. L'ETF investe in titoli fisici. Commissioni totali annue 0,55%. Dividendo semestrale. Yield circa 4,30% su base annua. Leggi il documento KID.  La tabella seguente illustra l'elenco delle principali azioni presenti nell'ETF.

 

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