BIFIRE - Una crescita guidata dal climate change

La prima spinta alla crescita di Bifire , produttore di materiali per l’isolamento termico e la protezione dal fuoco sbarcato all’Euronext Growth di Milano alla fine di maggio, sono le politiche climatiche di contrasto all’effetto serra: visti i propositi e le promesse dell’Unione Europea sul tema, c’è da aspettarsi stimoli e sollecitazioni al risparmio energetico. La scorsa settimana, il pacchetto ambientale, denominato Fit for 55, ha fatto un passo avanti, in quanto i ministri europei dell’Ambiente hanno trovato un compromesso su vari aspetti.

"Come Bifire, pensiamo di avere davanti vent’anni di espansione del mercato perché per dare credibilità all’impegno al taglio del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030, gli stati saranno costretti ad occuparsi sempre di più della prima fonte di inquinamento termico, ossia le abitazioni", dice a Websim l’amministratore delegato e co fondatore, Alberto Abbo.

In Italia, segnala di seguito il ceo, una parte molto importante del patrimonio edilizio privato ha bisogno di una qualche forma di isolamento termico, in generale oltre la metà dell’immobiliare italiano necessita di un intervento di riqualificazione.
Bifire, nata vent’anni fa a Desio, ha registrato negli ultimi nove anni una crescita composta media annua del 13,5%, un incremento che Abbo mette in relazione solo marginalmente ai vari bonus sull’edilizia erogati dal governo. "Siamo cresciuti per effetto di un solido trend di fondo, un trend che prosegue: anche in questo momento vediamo una domanda frizzante". 

Nel corso di questi anni, soprattutto negli ultimi due, la fisionomia del mercato è cambiata. "In generale, l’acquisto dei nostri prodotti è guidato dai cambi di normativa sull’efficienza termica o sulla protezione dal fuoco, ma oggi, con il rincaro delle materie prime, sempre più soggetti e persone agiscono in modo autonomo, un po’ perché le spese dell’isolamento termico si ammortizzano in meno anni, un po’ perché dallo scoppio della pandemia tutti si sono accorti di quanto sia importante stare bene a casa propria". 

Il 2021 si è chiuso con quasi 29 milioni di euro (+50% anno su anno). L’Ebitda si è quasi raddoppiato a 7 milioni di euro. A fine anno il debito era due milioni di euro, in calo da 3,2 milioni di un anno prima. L’Italia vale ad oggi circa il 70% del giro d’affari di Bifire, mentre a livello di prodotto poco più della metà arriva dai pannelli anti fuoco, il 21% dall’isolamento termico ed il resto dai rivestimenti. 

Bifire fa tutto in casa, con due stabilimenti storici a Nord di Milano, più un altro, sempre in Brianza, in via di messa in marcia. Con il percorso della globalizzazione interrotto, un mondo sempre più diviso e polarizzato, un aumento dei costi di traporto e delle difficoltà di approvvigionamento, la scelta di avere nel cortile tutta la struttura, dalla produzione alla distribuzione, oggi paga. Abbo spiega che all’origine, la scelta di passare dal profilo solo commerciale a quello industriale era giustificata dal fatto che l’edilizia, per sua natura, chiede materiale povero, di necessità poco costoso: "è merce sulla quale non si possono caricare alti costi di trasporto, per cui va prodotta vicino ai luoghi del consumo".

Bifire non si è limitata a strutturarsi in modo verticale, ha anche messo a punto un sistema produttivo capace di dare una risposta alle richieste di ogni singolo cliente. Questa originalità, per Abbo è uno dei punti di forza della società, un asset che le dovrebbe permettere di diventare un aggregatore di piccoli soggetti. 

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